Cologno Monzese (Milano), 4 maggio 2014 - Non manca molto alla chiusura delle indagini sulla scomparsa-omicidio di Francesca Benetti, la cinquantacinquenne colognese di cui non si hanno più notizie dal 4 novembre scorso. La procura di Grosseto ha intenzione di chiudere le indagini preliminari prima della sosta estiva. Ma ci sarebbero ancora degli accertamenti da compiere. Dettagli e storie da mettere insieme per ricostruire la personalità di colui, Antonino Bilella, che i magistrati ritengono essere un brutale assassino. Una delle ipotesi che avrebbe spinto Bilella, custode di Villa Adua fino al 10 dicembre, giorno in cui è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario e di occultamento di cadavere, ad uccidere la bella Francesca risiederebbe nella passione che l’uomo aveva per lei, prestante proprietaria della tenuta dove da un anno mezzo circa Bilella abitava e lavorava.

Un sentimento che l’anziano aveva cercato di manifestare in più di un’occasione, anche morbosamente, ma che non era assolutamente ricambiato da Francesca. Anzi, di queste attenzioni, a detta dei familiari e degli amici più ristretti, la donna era stanca. E proprio da quanto emerso nel corso delle indagini sulla scomparsa della Benetti sarebbe spuntata fuori una donna ultraquarantenne che avrebbe raccontato di avere subìto le stesse attenzioni un po’ troppo energiche di Bilella. Una donna, sulla cui identità viene mantenuto il più stretto riserbo, che potrebbe anche essere ascoltata dagli inquirenti. Per avere un quadro più completo della personalità del custode di Villa Adua e del suo modo di approcciarsi al mondo femminile. Un’ultimo accertamento prima della chiusura delle indagini che — è quasi inutile dirlo — per la procura significa la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio volontario e occultamento di cadavere.

Per parte sua Antonino Bilella, 69 anni della provincia di Agrigento, dopo essersi visto negare per due volte la scarcerazione o una misura cautelare meno afflittiva del carcere, continua a rimanere in silenzio. A non dire una parola su quanto accaduto alla povera Francesca il 4 novembre scorso, salvo negare di averle uccisa o di averle fatto del male. «Io non ho fatto male alla signora», ha sempre risposto agli investigatori.
A questa versione, però, oltre il giudice per le indagini preliminari Valeria Montesarchio, non hanno creduto neppure i giudici del Tribunale del Riesame di Firenze cui si erano rivolti alcune settimane fa i legali del custode, gli avvocati Alessandro Bartolozzi e Francesca Carnicelli. Il passaggio successivo sarà, probabilmente, davanti al giudice dell’udienza preliminare di Grosseto. E poi chissà.