Landriano, 11 luglio 2013 - «Non è vero che fra di loro c’erano continui litigi e non è vero che lei avrebbe voluto lasciarlo. Tiziana teneva moltissimo al suo matrimonio perché credeva in determinati valori, gli stessi nei quali crede la sua famiglia». A parlare sulla soglia di casa, il giorno dopo la tragedia, è Maria Pia Scarone, cognata di Tiziana Rizzi, 36 anni, vittima della furia omicida del marito Marco Malabarba, 39 anni, che martedì prima dell’alba l’ha uccisa con tre coltellate mentre era ancora nel letto: «Ho sempre sopportato, mi ha detto che mi avrebbe lasciato, me lo diceva da tempo, e mi ha tirato uno schiaffo. Non ci ho visto più» avrebbe detto l’uomo al momento dell’arresto.

Un delitto inspiegabile per i genitori della donna, che si sono chiusi in un impenetrabile silenzio chiedendo soltanto rispetto per il proprio dolore. «Pace, amore e bene. È l’unico messaggio che possiamo mandare», ripeteva ieri Damiano Rizzi, 40 anni, fratello della vittima. Lui è presidente e fondatore di “Soleterre Onlus”, un’organizzazione laica che opera in mezzo mondo a difesa dei diritti «degli individui nelle terre sole» e che ha in programma anche di cominciare un progetto in Sud America a tutela delle donne, in particolare contro i femminicidi. Invece la vita l’ha posto di fronte a una tragedia vissuta nella sua stessa famiglia. «Bisogna far capire che esistono moltissimi casi nel mondo simili, se non peggiori a quello di mia sorella», ha spiegato Rizzi.

«Ora ci aspettiamo solo che sia fatta giustizia e che la pena che sarà stabilità dai giudici sia commisurata alla gravità del fatto che è stato compiuto — ha continuato Maria Pia Scarone, la cognata della vittima —. Non proviamo odio nei confronti di Marco perché i valori nei quali crediamo sono altri, ma non riusciamo proprio a spiegarci come sia potuto accadere». Martedì mattina Marco Malabarba, probabilmente dopo una lite nata per futili motivi, si è alzato dal letto nel quale dormiva insieme alla moglie Tiziana, è andato in cucina, ha preso un coltello con la lama seghettata ed è tornato in camera da letto. Tre colpi implacabili: un primo all’addome, altri due al collo. Per Tiziana non c’è stato nulla da fare: è morta dissanguata poco dopo. Ieri l’assassino ha trascorso la sua seconda notte nel carcere di Torre del Gallo, mentre per questa mattina è prevista la convalida del suo arresto da parte del magistrato Roberto Valli della Procura di Pavia.

«È sconvolto e disperato — ha commentato l’avvocato Simone Marconi, suo difensore insieme al collega Gianluca Barbieri —. Il rapporto con la moglie era problematico, ma ora valuteremo se sarà necessario chiedere per lui una perizia psichiatrica». Intanto la comunità di Landriano, sconvolta per quanto accaduto nella palazzina di via Resistenza, si prepara a dare l’addio a Tiziana. I suoi funerali sono stati fissati per sabato alle 10 nella chiesa di San Vittore.

di Matteo Miglietta