Milano, 6 dicembre 2012 - Si è concluso con 40 condanne e 3 assoluzioni il processo di primo grado nato dall’indagine ‘Infinito’ che ha svelato le profonde infiltrazioni della ‘ndrangheta in Lombardia. La pena più alta è spettata al boss Pio Candeloro, esponente della ‘locale’ di Desio, in Brianza.

Alcuni imputati condannati nel processo ‘Infinito’ dovranno risarcire con un milione la regione Lombardia. Lo hanno stabilito i giudici dell’ottava sezione penale che hanno condannato, tra gli altri, Pino Neri a 18 anni di carcere e Carlo Chiriaco, ex direttore dell'Asl di Pavia, a 13. Tra le figure più note condannate anche Ivano Perego (12 anni di carcere) della Perego Gerenal Contractor di Cassano Brianza.

I RISARCIMENTI - Inoltre, sono stati determinati risarcimenti a favore della provincia di Monza e Brianza (300 mila euro), della regione Calabria (200 mila euro), del comune di Seregno (300 mila euro), del comune di Desio (300 mila euro), del comune di Bollate (200 mila euro), del comune di Pavia (300 mila euro), della Federazione anti-racket italiana (50 mila euro).

ALTA TENSIONE - "Buffoni, buffoni", "Vergogna", "I mafiosi siete voi", "Andate a lavorare". Sono questi gli insulti che i parenti dei 41 condannati in primo grado al processo Infinito hanno rivolto ai giudici, quando la presidente Luisa Balzarotti ha terminato la lettura del dispositivo della sentenza nell'aula bunker di piazza Filangeri a Milano. A scatenare la rabbia dei parenti dei condannati è stato, in particolare, il risarcimento da 1 milione di euro disposto per la Regione Lombardia che si era costituita parte civile. "Siete dei ladri - hanno gridato i parenti e alcuni dei condannati che hanno assistito alla lettura della sentenza nelle gabbie dell'aula bunker - vergognatevi a venire a chiedere dei soldi per Regione Lombardia". Altri hanno uralto ai giudici: "Fate inchieste sui soldi di Milano".