Desio, 6 Dicembre 2012 - Venti anni di reclusione per associazione di stampo mafioso per Candeloro Pio, ritenuto il braccio operativo del capo della 'locale' della 'ndrangheta di Desio Annunziato Moscato. E' la condanna inflitta dai giudici della ottava sezione del Tribunale di Milano nel processo ordinario nei confronti di una quarantina di imputati per la maxioperazione 'Infinito', che nel luglio 2010 ha sgominato l'organizzazione della n'drangheta in Brianza. Il collegio di giudici presieduto da Maria Luisa Balzarotti ha infatti riconosciuto un risarcimento dei danni di 300mila euro ciascuno alla Provincia di Monza e Brianza e ai Comuni di Desio e Seregno che si erano costituiti parti civili al processo.

Il Tribunale ha inflitto 40 condanne da 20 anni a 3 anni di reclusione: la più alta a Candeloro Pio, ritenuto il braccio destro di Annunziato Moscato (ritenuto dagli inquirenti collegato alla cosca Iamonte di Melito Porto Salvo e capo del gruppo di 'ndrine stanziato nel Desiano, già condannato a 11 anni di reclusione con il rito abbreviato). Al processo con il rito abbreviato sono stati condannati, ma a pene minori, anche altri esponenti ritenuti di minor spicco all'interno dell'inchiesta. Mentre il capo della 'locale' di Seregno, Antonino Belnome, di Giussano, diventato un pentito e reo confesso dell'omicidio di Carmelo Novella (lo 'scissionista' della n'drangheta calabrese in trasferta in Lombardia) è già stato condannato a 11 anni e mezzo di reclusione.

I giudici del Tribunale di Milano hanno anche condannato a 16 anni di reclusione anche Domenico Pio, parente e collaboratore di Candeloro; a 11 anni di reclusione Francesco Di Palma (per cui invece il pm aveva chiesto l'assoluzione per l'associazione di stampo mafioso); a 10 anni e 10 mesi Francesco Manno, a 6 anni e  6 mesi Angelica Riggio e a 3 anni per ricettazione Natale Marrone.

Gli imputati erano quasi tutti accusati a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, droga e usura. Tre infine le assoluzioni, quelle di Graziano Idaspo, Maurizio Napoli e Antonio Rosario Trimboli. La sentenza del Tribunale ha accolto in pieno la requisitoria del pubblico ministero di Milano, Alessandra Dolci, che aveva chiesto quattro secoli e mezzo complessivi di carcere, pari a una quarantina di condanne da 2 a 24 anni di reclusione.

Tuttora in corso il processo di appello per i 110 condannati con il rito abbreviato e anche il processo 'Bagliore' che vede il boss giussanese Antonino Belnome insieme ad altri 17 persone imputato di tre omicidi. Tra gli imputati anche Michael Panaja che, come Antonino Belnome, ha deciso di collaborare con la Giustizia.

di Stefania Totaro