Mercoledì 24 Aprile 2024

Gli sparano davanti alle figlie, per il raid di via Quarti arrestati due albanesi: volevano punire un furto

Sospettato, insieme a un complice, di essere l’autore di un furto a casa di due albanesi che, per regolare i conti, avrebbero cercato di ucciderlo. Si fa più chiaro il contesto nel quale è maturata la sparatoria dello scorso 20 gennaio a Baggio, in via Eugenio Quarti di Mario Consani e Anna Giogi

Sparatoria in via Quarti a Milano

Sparatoria in via Quarti a Milano

Milano, 30 gennaio 2015 - Sospettato, insieme a un complice, di essere l’autore di un furto a casa di due albanesi che, per regolare i conti, avrebbero cercato di ucciderlo. Si fa più chiaro il contesto nel quale è maturata la sparatoria dello scorso 20 gennaio a Baggio, in via Eugenio Quarti. Tre giorni fa sono stati fermati i due albanesi con l’accusa di tentato omicidio. Ieri pomeriggio l’interrogatorio di convalida. Conosciuti nel quartiere e riconosciuti dalla vittima, Alessandro C., 41 anni e una sfilza di precedenti per furto. Gli albanesi sono stati identificati e bloccati dai carabinieri mentre cercavano di fuggire da Milano. Subito dopo la sparatoria infatti, erano scappati in auto cercando di far perdere ogni traccia.

Quella sera  del 20 gennaio Alessandro C, che abita con i quattro figli e la moglie in una delle torri di via Quarti, al civico 26, si affaccia alla finestra del sesto piano perché sente un amico discutere. Decide di scendere per aiutare l’amico, lo seguono le tre figlie e la moglie. Quando si trova faccia a faccia con i due albanesi che abitano nello stesso quartiere, si mette anche lui a litigare. Urla, poi una raffica di colpi di pistola. È uno degli albanesi che ha estratto l’arma e l’ha puntata addosso ad Alessandro C. Lui riesce a fuggire, corre verso l’ingresso del palazzo, tre colpi manderanno in frantumi il vetro della porta, raggiunge il quinto piano, gli albanesi dietro che continuano a sparare, lo colpiranno a una gamba.

Poi fuggono, ma sono in tanti ad avere visto e ad averli riconosciuti. Nel quartiere popolare, alla periferia ovest della città, si scatena la rivolta. Sono almeno una cinquantina i residenti che scendono nel cortile interno ai palazzoni e cominciano a protestare, al punto che per cercare di riportare la calma ed evitare l’eccendersi di ulteriori tensioni, interverranno dieci gazzelle dei carabinieri e quattro pattuglie della polizia. L’uomo viene portato in gravi condizioni, ma non in pericolo di vita, al Niguarda. Gli autori della sparatoria cercano una via di fuga, ma dopo 48 ore i carabinieri li hanno già identificati.