Ragazzo sfregiato con l'acido, punito dall'ex dopo un augurio: "Buon Natale, Martina. Un bacio, Pietro"

Affettuoso e neutro augurio: incredibile pensare sia stata la goccia capace di far traboccare il vaso. Ma la polizia ne è convinta: Martina Levato il 28 dicembre si è appostata in via Giulio Carcano e ha sfigurato il suo ex compagno di scuola di Giulia Bonezzi e Marinella Rossi

Arrestati i due responsabili dell'aggressione con l'acido a Milano (Newpress)

Arrestati i due responsabili dell'aggressione con l'acido a Milano (Newpress)

Milano, 3 gennaio 2015 - «Buon Natale, Martina. Un bacio, Pietro». Affettuoso e neutro augurio: incredibile pensare sia stata la goccia capace di far traboccare il vaso, pieno di acido muriatico, sulla bella faccia di Pietro Barbini. Ma la polizia ne è convinta: Martina Levato il 28 dicembre si è appostata in via Giulio Carcano e ha sfigurato il suo ex compagno di scuola ed ex filarino perché «quegli auguri le sono sembrati il culmine di una provocazione offensiva di chi non aveva compreso il menage totalitario ed esclusivo con l’unico uomo al mondo». Alexander Boettcher, che di Martina si era trasformato in un desiderato padrone, e nonostante la moglie (una giovane croata che dai week-end in kayak ignorava i traffici del consorte).  Così la condanna di Pietro, 23enne studente di Economia a Boston, sta in un messaggio impersonale: lui che, secondo fonti vicine alla famiglia Barbini, «non aveva da oltre due mesi alcun contatto virtuale con Martina» ma che lei deve avere vissuto come un intruso. Eppure per lui Martina era «solo e senza equivoci, un’amica». «I sentimenti del ragazzo nei suoi confronti erano di protezione»: perché lei gli raccontava (e gli girava via sms) i dettagli della sua relazione malata col sedicente broker, i messaggi «scabrosi, minacciosi, terrificanti» ricevuti da Boettcher.   

ACIDO_1856840_174503

Pietro al Grandi Ustioni di Niguarda ha subito la terza operazione, questa ricostruttiva di una narice, e attende il responso sull’occhio gravemente leso. La sua famiglia, definita «solida e riservata», non dà in pasto il dolore, ma non rifiuta il timido approccio che viene dai genitori distrutti di Martina, i due professori di matematica di Bollate, che si offrono per un incontro: per porgere vere scuse. E sono gli stessi genitori di Pietro che auspicano, attraverso l’avvocato Paolo Tosoni, che «questa disgrazia sia di monito per altri giovani». E Martina. Anche lei da San Vittore, dove chiede libri per riprendere gli esami dell’ultimo anno in Bocconi, rappresenta un’idea di dispiacere con quella frase insufficiente (confessata al legale Paola Bonelli): «Non pensavo di fare così male, che quell’acido potesse fare tanto male». Lo ha fatto. E ci vorranno ancora un paio di settimane per capire cosa sarà del volto, dell’olfatto, della vista di Pietro. Lui, sedato su un letto d’ospedale, «ancora non si capacita che sia stata Martina a fargli questo», perché «di lei si fidava ciecamente». E quando Boettcher lo aveva contattato, invitandolo «a coalizzarsi contro Martina», «lui le aveva girato quel messaggio». Ma quel che conta ora, per Pietro e persino per i due amanti (Boettcher partecipa all’aggressione con tanto di martello) è la prognosi medico-giudiziaria. Il Pubblico Ministero Marcello Musso chiederà che il giudice della direttissima disponga una perizia medica sulle ferite di Pietro. Le bizzarrie del codice valutano la perdita della vista da un occhio (visto che se ne hanno due) come indebolimento della funzione (lesioni gravi), ma una cicatrice permanente al volto è una menomazione da lesioni gravissime: range dai 7 ai 12 anni. Le scuse degli amanti al muriatico potrebbero non bastare.  

giulia.bonezzi@ilgiorno.net marinella.rossi@ilgiorno.net