Ragazzo sfregiato con l'acido: amanti diabolici accusati di lesioni gravissime. Al via il processo

Cambiata l'imputazione per Martina Levato e Alexander Boettcher, la cui madre è arrivata in tribunale: "Vicina al dolore della famiglia di Pietro. I bambini? Un dono del Signore"

Alexander Boettcher e Martina Levato in tribunale con la polizia penitenziaria

Alexander Boettcher e Martina Levato in tribunale con la polizia penitenziaria

Milano, 8 gennaio 2015 - Accompagnati dalla polizia penitenziaria i due amanti Martina Levato e Alexander Boettcher si sono presentati in tribunale davanti al giudice Carlo Cotta per l'inizio del Nella foto distribuita dalla Polizia, Alexander Boettcher e Martina Levato (Ansa)processo a porte chiuse per direttissima a loro carico per lesioni gravi. Boettcher è arrivato indossando una felpa e il braccio destro fasciato a seguito della colluttazione quando è stato bloccato in strada quel giorno. Aveva uno sguardo impassibile. Martina Levato, invece, teneva un cappuccio per coprire il volto e non farsi fotografare né riprendere dai molti operatori delle tv e fotografi presenti. I due sono accusati di aver aggredito con l'acido Pietro Barbini, ex della ragazza. Il pm di Milano Marcello Musso, modificando la precedente imputazione di lesioni gravi, ha contestato l'accusa di lesioni gravissime, aggravate dalla crudeltà, dalla premeditazione e dai motivi abietti e futili alla studentessa bocconiana e al broker immobiliare. 

LESIONI GRAVISSIME - Dopo il cambio di imputazione, il giudice ha trasferito il processo davanti a un collegio di tre magistrati della nona sezione penale, presieduto da Anna Introini. La prima udienza è iniziata oggi alle 11. E' questa l'immediata conseguenza della "mossa" del pm Marcello Musso che, come preannunciato, ha riformulato il capo di imputazione contestato a Martina e Alexander: non più "lesioni gravi", ma "lesioni gravissime", con in più le aggravanti della premeditazione, della crudeltà e dei motivi abbietti. Codice alla mano, la pena massima per questo reato è pari 12 anni. Ma se i giudici dovessero riconoscere tutte le aggravanti contestate dalla pubblica accusa, Martina Levato e Alxander Boetccher rischiano una condanna fino a 16 anni di carcere.

Secondo il magistrato Martina e Alexander hanno ideato un "comune progetto criminoso", e lo hanno fatto "non per ragioni di gelosia, ma semmai di rivalsa" nei confronti di Barbini. Un'aggressione che dunque sarebbe la conseguenza di "messaggi scambiati tra i due imputati e la persona offesa via sms e social network", messaggi che per il pm sono "espressione di un sentimento spregevole, trattandosi di parole scritte che fanno riferimento a rapporti sessuali".

Nella contestazione suppletiva si fa anche accenno alle condizioni della vittima: Pietro Barbini presenta "ustioni di terzo grado da caustici al volto, da cui deriva una malattia originariamente pronosticata dal Centro Grandi Ustioni dell'ospedale Niguarda come guaribile in 60 giorni, ma in realtà il fatto produceva anche l'indebolimento permanente del'occhio destro nonchè la deformazione e lo sfregio permanente del viso interessandolo praticamente tutto". In più la vittima rischia una "necrosi al naso".

LE AGGRAVANTI - E' proprio il quadro clinico sempre più drammatico di Pietro Barbini ad aver convinto il magistrato milanese a riformulare le accuse e contestare diverse aggravanti: la crudeltà, "per aver usato della sostanza corrosiva della pelle scagliata su tutto il volto della vittima", la premeditazione che "si è espressa nella costante presenza dell'intento criminoso nell'animo dei due imputati e nella realizzazione dello stesso dopo un apprezzabile intervallo di tempo dalla decisione di colpire la vittima", e infine i motivi abbietti, "riferiti a rapporti sessuali da ritenersi particolari in un contesto di azione di rivalsa a fronte dei pregressi rapporti sessuali intercorsi tra la Levato e il Barbini".

Alla luce delle nuove aggravanti contestate a Martina Levato e ad Alexander Boettcher, il pubblico ministero Marcello Musso ha chiesto una nuova ordinanza di custodia cautelare incarcere a carico dei due imputati. I giudici della nona sezione penale si sono ritirati in camera di consiglio per scrivere l'ordinanza.

"BOETTCHER SI DICE INNOCENTE" - Durante una pausa dell'udeinza, l'avvocato Francesco Cieri, che difende Alexander Boettcher, ha detto: "Stiamo valutando di chiedere una perizia psichiatrica su Alexander. Tutto dipende dal parere preventivo di uno specialista, al momento non escludiamo nulla"."Gli imputati - ha spiegato il difensore - sono in aula, uno di fronte all'altro, e non hanno fatto dichiarazioni. Per ora, non abbiamo presentato nessuna richiesta di scarcerazione, anche se, a nostro avviso, non esistono il pericolo di fuga ne' quello di reiterazione del reato". Il legale ha ribadito che Alexander continua a proclamarsi "innocente" e afferma di non conoscere la vittima.

PROSSIMA UDIENZA IL 17/01 - Pietro Barbini e i suoi genitori si sono costituiti parti civili nel processo a carico di Martina Levato e del suo compagno Alexander Boettcher. La prossima udienza e' stata fissata al 27 gennaio dopo che i giudici della nona sezione penale hanno accolto la nuova ordinanza di custodia cautelare, in seguito alla 'trasformazione' del reato da lesioni gravi a lesioni gravissime aggravate dalla crudelta', dai motivi abietti e futili e dalla premeditazione. Il processo e' stato poi rinviato per consentire alle difese di leggere l'intera documentazione depositata dal pm Musso, tra cui anche quella relativa alle condizioni di salute di Barbini, ricoverato in ospedale

LA MAMMA DI BOETTCHER - Fuori dall'aula del tribunale prime dell'udienza con un collegio di magistrati, la madre di Boettcher ha detto: «Conosco il dolore, sono vicina a Pietro e alla sua famiglia. Confido nella giustizia - ha proseguito - e credo che mio figlio sia innocente perché chiunque è innocente fino a quando non viene dimostrato il contrario». La donna ha raccontato di aver incontrato il figlio due volte nel carcere di San Vittore, dove è detenuto. «È molto provato per quello che è successo - ha spiegato -. Al primo incontro ci siamo abbracciati e al termine mi ha detto: 'Mi sembra che siano passati 5 minuti, non un'ora e un quarto». La donna ha quindi riferito di aver parlato dell'accaduto con il padre di Alexander, che vive in Germania e ha reagito con «incredulità». «Non conosco Martina e non l'ho mai incontrata prima - ha aggiunto -, mi è sembrato di capire che è una ragazza turbata». Poi la donna ha raccontato di non aver ancora parlato con il figlio del bambino che Martina Levato aspetterebbe dal 30enne con cui aveva una relazione. «Per ora sono preoccupata per il fatto che mio figlio si trovi in un ambiente difficile ed estraneo alla nostra vita - ha detto -, poi penso che in ogni caso i bambini siano un dono del Signore». Ha quindi riferito che la moglie di Alexander Boettcher, Gorana, è «turbata e in questo momento ha bisogno di pace».