Milano, 25 febbraio 2014 - Tassista aggredito a Milano, è stata dichiarata alle 20 di martedì la morte cerebrale di Alfredo Famoso, al termine delle sei ore di osservazione. Il sindaco Pisapia ha annunciato che verrà istituito il lutto cittadino. L'uomo era stato aggredito due giorni prima in via Morgagni in seguito a un diverbio con un pedone per una questione di precedenza. Cambia così anche l'ipotesi di reato contestata a Davide Guglielmo Righi, che da tentato omicidio diventa di omicidio volontario con dolo eventuale. Il dolo eventuale è una formula giuridica per indicare, ad avviso degli inquirenti, il fatto che Righi, consulente informatico di 48 anni, abbia accettato il rischio di uccidere Famoso colpendolo al volto con le bottiglie, e quindi ha commesso un fatto da qualificare come un omicidio volontario e non come omicidio preterintenzionale.

IL FIGLIO SU FACEBOOK - Federico Famoso ha scritto in mattinata sul social network: "Non riesco a mangiare ne dormire non riesco a vivere senza il mio papà non so dove trovare le forze. Mi dicono di essere forte.. ci sto provando ma il dolore di non avere a casa il mio papà mi sta consumando da dentro . Mi manca un mondo vorrei stringerlo vicino a me e proteggerlo, mi sento in colpa perché non l'ho protetto domenica sera quando gli hanno fatto del male a lavoro, vorrei digli : papà sono qui con te ti proteggo io ti porto a casa e ci passiamo a prendere un pezzo di pizza e lo mangiamo insieme. Papà è la nostra guida senza di lui non riesco a respirare". La famiglia ha deciso di non espiantare gli organi di Famoso.

IL SINDACO PISAPIA - Cordoglio del primo cittadino: "Purtroppo e' successo quello che fino all'ultimo, anche quando le speranze erano minime, speravamo non accadesse. La morte di Alfredo Famoso e' stata provocata da un gesto assurdo e terribile. Nessuna ragione puo' spiegare tale comportamento''. Lo afferma il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. ''Ora e' il momento di stringerci attorno alla famiglia di Alfredo. Milano oggi prova un immenso dolore e come sindaco ho deciso che nella nostra citta' ci sara' lutto cittadino, concorderemo la data insieme alla famiglia".

PM: AGGRESSORE ACCETTATO POSSIBILITA' DI UCCIDERE - Secondo quanto sostenuto dalla Procura di Milano, Davide Guglielmo Righi (l’uomo fermato ieri con l’accusa di tentato omicidio per aver aggredito il tassista milanese Alfredo Famoso) avrebbe accettato il rischio e la possibilità di uccidere quando ha scagliato la confezione di bottiglie d’acqua contro il volto di Famoso. In sostanza, stando a quanto si è saputo in relazione all’imputazione formulata dalla Procura di Milano, i pm contestano a Righi la volontarietà dell’aggressione nella forma giuridica del cosiddetto dolo eventuale, ossia l’accettazione del rischio e della possibilità ‘’che l’evento si verifichi’’. Righi dovrebbe essere interrogato domani dal gip di Milano che dovrà decidere sulla convalida del fermo e sulla misura cautelare.

TESTIMONI: LITE PRIMA DELL'AGGRESSIONE - Alcuni testimoni (la zona è molto frequentata e l'episodio è avvenuto davanti a un ristorante) sentiti dagli investigatori, e che si trovavano in macchina in via Morgagni, hanno raccontato di aver sentito una lite verbale tra Righi e Famoso con uno scambio di invettive prima dell’aggressione. I primi testimoni ascoltati dagli investigatori hanno spiegato che dopo che l’uomo ha lanciato la confezione di bottiglie d’acqua contro il taxi, che, a suo dire, non aveva rispettato la precedenza delle strisce pedonali, il tassista è sceso e ne è nata una lite tra i due. Poi l’aggressione culminata nel lancio della confezione contro il volto di Famoso.

IL NUMERO DI TELEFONO - Secondo i pm l’uomo, dopo l’aggressione, si è reso irreperibile e non rintracciabile perché è vero che ha fornito un numero di telefono a un maresciallo della Gdf presente sul luogo dell’aggressione, ma a quel numero non ha mai risposto e l’utenza del cellulare dava come indicazione un’abitazione dove lui non risiedeva più. La difesa del fermato è rappresentata dall’avvocato del Foro di Milano, Margherita Rossi, la quale contattata al telefono ha risposto: "non ho nulla da dire".