Milano, 15  luglio 2013 - Province sì, Province no... Non si ferma il dibattito anche interno ai partiti. Carolina Toia consigliere regionale del gruppo “Maroni Presidente” e vicepresidente della Commissione speciale per il Riordino delle autonomie, lavora al progetto di revisione con il presidente pidiellino Giulio Gallera e diversi esponenti del Partito Democratico. «Sostanzialmente — dice la Toia — c’è pieno accordo sull’argomento, sia col Pdl che con l’opposizione. Vogliamo stendere una nuova carta per il riordino delle autonomie e degli enti locali». D’accordo quindi la Lista civica di Maroni sull’accorpamento di alcune province, anche se, sottolinea il vicepresidente della Commissione, «certo abbiamo accolto con favore la decisione della Corte costituzionale contro la cancellazione delle Province per decreto. Le Province lombarde soprattutto, che sono virtuose, non potevano essere cancellate così. Ora sentiremo tutte le istituzioni e vedremo come agire. Certo bisognerà tener conto di quello che fa Roma. Per la Città metropolitana la vedo dura che possa partire in gennaio, ma sicuramente il sindaco del nuovo ente deve essere eletto dai cittadini».

Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega Nord al Pirellone è anche lui convintissimo del dover eleggere il futuro sindaco metropolitano: «Non possiamo pensare di cancellare la democrazie nel nostro Paese». È un po’ meno convinto che siano necessari gli accorpamenti e i tagli a cui sta lavorando la Commissione per il riordino. «Più che parlare subito di riduzione delle Province, io chiederei anzitutto che siano le Regioni a decidere, dovrebbero scriverlo nella riforma costituzionale. Perché un ente intermedio serve, non possiamo pensare che i Comuni rispondano direttamente alla Regione. Quindi per come la vedo io ogni regione si organizza come meglio crede.

In alcune regioni del Sud gli accorpamenti sono assolutamente necessari, mentre in realtà come la nostra lombarda potremmo anche decidere di mantenerle, magari non con gli stessi confini geografici di adesso. Insomma io le Province sarei per lasciarle e farli diventare enti intermedi ma con funzioni diverse. Poi le chiamiamo come vogliamo. Se in Lombardia abbiamo la forza per averle come adesso restano quelle».In sostanza per il Carroccio l’ente intermedio è necessario, deve rimanere elettivo ma si possono ripensare le funzioni che deve avere. «Cercheremo di fare un ragionamento su base macroregionale con Piemonte e Veneto per avere modelli simili» conclude Romeo.

di Rossella Minotti