Milano, 11 ottobre 2012 - Formigoni non si dimette. Il "Celeste" resta al Pirellone. Lo ripete anche in serata, in conferenza stampa a Roma, dopo aver incassato l'appoggio di Maroni e Alfano. "Prendo atto delle dimissioni dei miei assessori leghisti. La Giunta è azzerata, settimana prossima presenterò una nuova". La giunta avrà un nuovo programma. Formigoni sottolinea che tra i temi principali della rinnovata agenda lombarda ci sarà quello della Sanità.

Maroni compone la frattura tra i due partiti intervenendo alla conferenza stampa di via dell'Umiltà: "Abbiamo ottenuto ciò che avevamo chiesto, ovvero l'azzaremento della giusta e abbiamo quindi il dovere di andare avanti. Siamo responsabili del governo della regione Lombardia, che negli ultimi 10 anni ha ottenuto ottimi risultati. Intendiamo mantenere gli impegni presi". Sabato mattina il numero uno dei lumbàrd ha convocato un consiglio federale della Lega "per i contenuti programmatici della nuova giunta della Regione Lombardia".

Alfano torna sugli scandali regionali che hanno coinvoto elementi del suo partito: "Non si manda a casa un'amministrazione che ha governato bene. Zambetti ai sensi dello statuto non fa più parte del Popolo della Libertà. Abbiamo una bandiera pulita e non sopportiamo chi la sporca".

Ma Matteo Salvini, segretario lombardo della Lega Nord, continua a tenere toni minacciosi: "Formigoni probabilmente ancora non se ne è fatto una ragione, ma se la farà. E' finita un'era, di buona gestione, però
per quanto ci riguarda non si arriva a fine mandato e si vota in primavera. E' in corso un ragionamento, può
essere che sabato il consiglio federale della Lega decida di far saltare il tavolo, è possibile" Salvini poi ha parlato del futuro prossimi: "Noi come Lega chiediamo pochi uomini (nella prossima giunta, ndr), pochi progetti concreti da portare a casa entro dicembre cambiando la legge elettorale e togliendo i listini 'alla Minetti' (i cosidetti listini bloccati, ndr)".

 

Secondo fonti dell'agenzia Adnkronos, Formigoni sarebbe andato a palazzo Grazioli dopo la prima consultazione con Maroni e Alfano per informare Silvio Berlusconi.Solo dopo aver avuto l'ok politico del Cavaliere all'azzeramento della Giunta lombarda, il governatore e' tornato nella sede nazionale del Pdl per l'incontro decisivo, durato oltre tre ore.

 

LE DICHIARAZIONI IN TV - In mattinata aveva detto: "C'è un patto tra i partiti. La Lega ritiri le sue dimissioni oppure dovrò cambiare la giunta". Roberto Formigoni è intervenuto nel programma "La telefonata" di Maurizio Belpietro, su Canale 5. Ha definito il caso Zambetti, "di una gravità assoluta, se si rivelasse vera o un abbaglio incredibile della magistratura". Nel primo caso, l'ex assessore sarebbe "uno spergiuro che ha tradito la nostra fiducia, mia e del partito, visto che ho fatto giurare più volte ai miei assessori e consiglieri di avere la coscienza a posto. Non solo sarebbe uno spergiuro per avere comprato voti dalla 'ndrangheta ma per avere tradito il proprio presidente e il partito. Ricordo che non un solo atto di governo di Regione Lombardia è stato messo in dubbio dalla magistratura ".

VERTICE A ROMA - Decisivo il vertice nella sede del Pdl in via dell'Umiltà a Roma. In due round. Il primo questa mattina. Al suo arrivo Formigoni ha commentato ai giornalisti la decisione dei consiglieri lombardi della Lega di firmare le dimissioni: "A Maroni dico una sola cosa: è nella coalizione o no?". "La Lega si metta l'animo in pace - ha aggiunto Formigoni - l'accordo è politico" e quindi, ha ribadito, se cade la Lombardia cadono anche le altre due regioni "dove nel 2010 per l'accordo politico abbiamo scelto governatori della Lega". Il monito del Celeste è chiaro: "Sono pronto a fare forti gesti di discontinuità. Maroni si ricordi che simul stabunt simul cadent".

Il dialogo riprende alle 15.30. Formigoni dopo la prima discussione si è diretto al Quirinale "dove con gli altri presidenti di Regione abbiamo un incontro con il Presidente della Repubblica per parlare della riforma complessiva dello Stato. Con Alfano e Maroni abbiamo cominciato a parlare. Confermo che dopo le vicende di ieri notte ho intenzione di fare gesti forti".

Rientrando nella sede del Pdl, ha insistito sulla linea della mattina: "Miro a un segnale molto forte ai cittadini, procederò a un fortissimo rinnovamento dentro alla giunta. Il presidente eletto sono io, ci sarà una forte discontinuità che metterò in atto già nei prossimi giorni, un forte rinnovamento e una riduzione nella compagine di giunta". ''Questa mattina - ha aggiunto - abbiamo cominciato a dialogare con Maroni. Mi sembra un atteggiamento molto positivo, ma dobbiamo continuare''.  

 

LE TRE GIUNTE - Questa mattina Il “Celeste” in tv aveva inoltre ricordato che “ci sono parole chiarissime di Berlusconi e di Alfano. Non è un ricatto o una ripicca. Ma dipende dall’accordo tra parititi. Nel 2010 sono stati candidati due leghisti e un pidiellino nelle tre regioni. Se il patto viene rotto da una parte, è chiaro che si rompe dappertutto. Spetta loro decidere se vogliono fare decadere le tre giunte o se vogliono proseguire”.

 

LE REAZIONI IN CASA CARROCCIO - Implacabile la reazione della Lega alle parole del presidente della Regione: "Fossi Formigoni mi occuperei solo della nostra Lombardia, penso che Veneto e Piemonte possono e vogliono gestirsi da soli, senza "padrini'', ha commentato su Facebook il segretario della Lega Lombarda, Matteo Salvini, che ribadisce: "Si azzeri tutto e si riparta, con pochi uomini e pochi progetti concreti fino a elezioni''. "Un segno di discontinuità per noi -  ha detto a Sky Tg24 il vice presidente della Regione ed esponente del Carroccio Andrea Gibelli - è che la legislatura si concluda nel 2013. Io preferisco farmi chiamare 'ex'".

Nel frattempo il Carroccio ha deciso di non partecipare ai lavori delle Commissioni del Consiglio regionale in attesa del chiarimento con gli alleati, bloccando di fatto i lavori. A metà mattina la direttiva è arrivata ai consiglieri lumbàrd. ''C'e' un chiarimento in corso - ha confermato all'Ansa il capogruppo Stefano Galli-. Il presidente ha reagito in maniera scomposta, ritirando le deleghe ai nostri assessori".

La prima riunione di commissione a saltare e' stata, stamani, quella della Affari Istituzionali, che fra l'altro avrebbe dovuto occuparsi del tema dei costi dei gruppi consiliari e della proposta leghista di consentire la creazione di macroregioni.In sala erano dunque presenti solo gli esponenti di Pdl e Udc, perché già da ieri mattina le opposizioni di centrosinistra non partecipano ai lavori in segno di protesta dopo l'ennesimo scandalo giudiziario in Regione. Mancando il numero legale è, dunque, stata sciolta la seduta già all'inizio, e così potrebbe accadere fino a nuovo ordine da via Bellerio.

L'assessore allo Sport di Regione Lombardia, Luciana Ruffinelli, nonostante il ritiro delle deleghe annunciato ieri sera dal governatore Formigoni, questa mattina ha partecipato a un'iniziativa sullo sport paralimpico: "Sono in attesa dell'evoluzione della situazione, per ora non ho ricevuto nessuna comunicazione ufficiale". "Le trattative - ha aggiunto - verranno fatte da Maroni e da Formigoni e sta nella saggezza di entrambi trovare una soluzione''. Ruffinelli ha aggiunto di essere ''l'apristrada'' perche' se gli eventi recenti dovessero dimostrarsi veri sarebbero di una drammatica gravità'', anche perché ''come Lega Nord abbiamo sempre portato avanti un discorso di pulizia e trasparenza''. Ruffinelli ha comunque svolto regolarmente le sue funzioni come gli altri assessori leghisti, Gibelli, De Capitani, Bresciani, Bolotti, a cui sono state tolte le deleghe.

 

ASSE LEGA-PD? - Entro la settimana o al più tardi all'inizio della prossima potrebbe esserci un incontro fra Pd e Lega a livello di segreterie lombarde per un confronto sulla attuale situazione politica della Regione, ferme restando le diverse prospettive dei due partiti. Secondo quanto si è appreso, si tratta di un accordo preso in colloqui avvenuti oggi, benché non se ne conoscano ulteriori dettagli. Lega e Pd, su fronti opposti, hanno messo a disposizione le dimissioni in bianco dei propri consiglieri in Regione Lombardia.