Vimodrone, arrivano centinaia di profughi. E’ una bufala ma scatena mille reazioni

Il sindaco smentisce la notizia: "Non siamo nell’elenco della Prefettura"

I profughi non sono in arrivo

I profughi non sono in arrivo

Vimodrone (Milano), 27 aprile 2015 - "Arrivano i profughi". La bufala vola e a Vimodrone scatta la psicosi. "Trecento. Cinquecento. Ottocento". E invece di siriani ed eritrei non ne se ne vedrà neanche uno da queste parti. A chiarirlo è il sindaco Antonio Brescianini, che smentisce su tutta la linea "una notizia diffusa da non si sa chi. La prefettura ci ha confermato che non siamo nell’elenco dei luoghi prescelti".

Sospiro di sollievo, è brutto a dirsi, ma i vimodronesi "solidali quando il problema è a mille chilometri di distanza", fa rilevare qualcuno sul web, erano in panico al solo pensiero che l’esodo potesse toccarli da vicino. L’ansia per strada e in rete. Incancellabile. Comune e amministratori sono stati subissati di messaggi, mail con richieste di chiarimento. Un caos. "Tanto che l’amministrazione è dovuta intervenire ufficialmente", fanno notare altri cittadini. Anche perché si è parlato dell’ex Ericsson, di proprietà privata, come possibile rifugio. "E proprio in questi giorni nell’edifico c’erano dei lavori per la sistemazione di un’antenna", spiegano a Palazzo. Circostanza che ha finito per confermare i timori di chi si sentiva minacciato "dall’ondata di stranieri dietro l’angolo". Il caso Vimodrone finisce per rassicurare i sindaci ribelli. La giunta, decisa a smascherare l’autore del "procurato allarme", è andata alla fonte chiedendo lumi direttamente ai piani alti di corso Monforte. Il viceprefetto Cirelli non solo ha detto che "la città non è interessata al fenomeno", ma è andato oltre garantendo che dei 350 rifugiati annunciati nell’hinterland "non ne arriverà neppure uno".

«Il Milanese è escluso", conferma il primo cittadino. "Non ci tiriamo indietro, ma il territorio è piccolo, non abbiamo strutture per ospitare persone in modo decoroso", spiega Brescianini. E mentre si apre l’ennesima settimana difficile, il nodo dell’accoglienza arriva al pettine. L’altro ieri Trezzo ha rotto gli indugi accodandosi alla Regione, che ha invitato i sindaci alla disobbedienza civile: "Contro il governo che scarica sui Comuni costi e problemi senza un minimo di progetto e risorse. Alla vigilia di una nuova stagione di tagli".

Incastrati nel duello (politico) ci sono i migranti alla ricerca di una vita migliore. "Appena minacciano il nostro orticello sbarriamo le porte", è la cruda analisi di uno dei tanti vimodronesi intervenuti sulla vicenda. Eugenio Comincini, primo cittadino di Cernusco e vicesindaco metropolitano invita tutti a non considerare i profughi e il loro destino solo "come una questione economica. Che tristezza", si lascia scappare mentre si prepara ad arginare i rivoltosi. Nel gruppo Vimodrone non c’è. La giunta di centrosinistra non ha scelto il braccio di ferro come invece sta succedendo sulle sponde dell’Adda.