Nokia, i lavoratori attaccano i licenziati: "Basta proteste, ci danneggiano"

A Cassina esposto in Procura per tutelare i posti di lavoro: "I blocchi prolungati dell’attività mettono a rischio anche il nostro posto"

IL PRESIDIO Si stanno ormai spegnendo le ultime speranze di far rientrare i 110 licenziamenti annunciati un mese e mezzo fa Qui ancora proteste davanti ai cancelli

IL PRESIDIO Si stanno ormai spegnendo le ultime speranze di far rientrare i 110 licenziamenti annunciati un mese e mezzo fa Qui ancora proteste davanti ai cancelli

Cassina de' Pecchi, 18 novembre 2014 - Un misterioso esposto alla Procura, i lavoratori contro i licenziati: «I blocchi prolungati dell’attività mettono a rischio anche il nostro posto». E sempre ieri, la scadenza dei termini per la firma, o il rifiuto, dell’ultima proposta aziendale di buonuscita. Sulla vertenza dei licenziamenti Nokia nuvole nere e poca speranza di ottenere di più. A decine, così risulta, i licenziati del 3 ottobre starebbero firmando in queste ore l’accordo sugli incentivi. Uno scampolo di protesta, però, c’è: domani, dalle 9, si terrà davanti all’azienda un presidio indetto dalla Fiom. Nessuna notizia, soprattutto nessuna buona notizia, dunque, sul fronte dei 110 licenziamenti di Nokia Solutions Network, annunciati in luglio, formalizzati i primi di ottobre.

Nessun ulteriore blocco ai cancelli dopo il turbolento pomeriggio di dieci giorni fa, nel corso del quale, ancora una volta, dirigenti e dipendenti furono lasciati per ore fuori dai cancelli. Tutto si concluse con un giro di nuovi incontri, che non hanno partorito risultato. Nei giorni successivi, invece, sarebbe stato inoltrato l’esposto sulle modalità dei blocchi. E il fronte, già sfilacciato, si è rotto ulteriormente. Ieri come si diceva sono scaduti i termini per l’accettazione volontaria dell’ultima, e ultimativa, proposta aziendale ai licenziati: 18 mensilità, 18mila euro di incentivo a beneficio di aziende ricollocanti, 12mila euro ulteriori di cuscinetto a chi, entro un anno, non venga ricollocato, e un piano di monitoraggio occupazionale interno per possibili (e difficili) riassunzioni. «Non sappiamo come stiano andando le cose - così il referente Rsu Marco Bassani - ma credo che molti colleghi licenziati, per molte ragioni, stiano firmando l’intesa. Noi ci ritroviamo domani, ma non so quali altre iniziative possano essere utili». Gli ultimi incontri con l’azienda? «Uno specchietto per allodole. L’azienda aveva già mandato una mail alla fine della settimana passata, parlando chiaro: o questa proposta, o nulla. Non ci sono spazi per ottenere altro».

L’esposto alla Procura? «Sappiamo che c’è, ma nessuno ce l’ha mostrato. Comunque un atto che ovviamente ha spaventato molti. Un’appendice ulteriormente sgradevole in questo momento così difficoltoso». Domani in azienda saranno presenti tutti i funzionari Fiom della zona, per fare un punto della situazione. Ritrovo alle 9, poi presidio a oltranza. Dal giorno delle mail che preannunciavano i 110 licenziamenti è ormai trascorso un mese e mezzo. Fra un presidio e l’altro, gli incontri in Prefettura, che non hanno portato risultato. Respinte, sino all’ultimo, le richieste dei sindacati: ritiro dei licenziamenti (il no è arrivato dalla casamadre finlandese), firma di un accordo sindacale con garanzie e ricorso agli ammortizzatori.