Truccazzano, nelle correnti maledette della Muzza le vite spezzate di un’intera famiglia

Continuano le ricerche del piccolo Alex lungo il canale di Truccazzano. I conoscenti: "Alcol alla grigliata"

La famiglia

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Truccazzano (Milano), 22 agosto - Il giovane Wellington quella chiamata se la ricorderà per tutta la vita: "Tuo papà non è tornato a casa. Dove sono finiti?". Li hanno trovati inghiottiti dalla Muzza, il canale che fa paura per le correnti, tanto sono violente. Lui, il papà di Wellington, era alla guida. Miguel Angel Alomoto Catota, 47 anni. Di fianco, c’era Jorge Miguel Curillo Vele, oggi avrebbe compiuto 37 anni. Sui sedili dietro, la compagna Maria Magdalena Pianda Valarezo, 42 anni, e il loro bambino, Alexander, nato a Cernusco, 7 anni a ottobre.

Erano tutti insieme a trascorrere una domenica sull’Adda, sui sassi del parco Bisarca. Nel tardo pomeriggio, al momento di rientrare, salgono a bordo della Peugeot 307 S di Catota, accettano quel passaggio che li porterà dritti verso la morte. La chiamata a Wellington arriva prima delle 20 di domenica e con un amico si mette a cercare il padre e la famiglia per i campi, poi vede sul ponte che attraversa la Muzza il guardrail distrutto. Sono caduti lì, in quel punto dove ci passa appena una macchina, poi il volo di un paio di metri e l’immersione in acqua. I sommozzatori dei vigili del fuoco hanno trovato il lunotto posteriore spaccato: forse hanno provato a scappare. Jorge lo hanno trovato lì, quando nella notte di lunedì dopo sei ore di operazioni per riuscire ad agganciare la macchina, trascinata via dalla corrente, e per portarla a riva, hanno ripescato il suo corpo vicino al lunotto. Non ce l’ha fatta a uscire dall’auto. La compagna l’hanno trovata sei ore dopo, ferma nella grata di scolo a Paullo. Il passeggero più anziano, il guidatore, era un chilometro più avanti, tirato fuori dall’acqua un’ora dopo. Manca quello del piccolo Alex: in venti tra vigili del fuoco dell’Af/Ucl e del Saf di Milano, sommozzatori e operatori che con l’elicottero hanno sorvolato la zona in cerca del corpicino. Hanno setacciato le rive, abbassato l’acqua del canale di 40 centimetri e ispezionato cave e cespugli. Niente da fare. Il corpo del piccolo Alex è ancora disperso nelle acque maledette. Lo hanno cercato anche gli amici, i parenti, che hanno trascorso ore sulla riva della Muzza tra le lacrime e le domande per dare una spiegazione a quella disgrazia. "

Si è bevuto un po’", ammette un amico parlando dell’autista. Saranno le indagini dei carabinieri di Cassano d’Adda e di San Donato a cercare di fare luce sul tragico incidente. Nessun segno di frenata nel punto dell’impatto, nessun tentativo di cambiare strada. Ci è arrivato dritto per dritto in quel canale. Il quartiere Satellite piange le sue vittime: tutte originarie dell’Ecuador, vivevano a Pioltello ormai da anni, tra via Bizet, Cilea e Cimarosa. "Senza parole. Il mio fratellino mi ha lasciata prima del tempo", "Un dolore atroce, li conosco da quando sono nato. Dio mio, perché è successo proprio a loro?", piange un amico mentre fissa il canale. "Erano tanto felici". Intanto, i pompieri smettono di cercare il corpo di Alex solo quando cala il buio. Oggi si ricomincia.

(ha collaborato Alessandra Zanardi)