Maxi cimitero a Gorgonzola: progetto da rifare ma serve l’ok degli architetti francesi

Il sindaco li invita in città per rivedere il piano da 10 milioni di euro

Le “archistar” con l’ex primo cittadino Walter Baldi

Le “archistar” con l’ex primo cittadino Walter Baldi

Gorgonzola, 10 agosto 2017 - «Gentile sindaco, siamo davvero felici del suo invito»: ospiti a Gorgonzola il 21 e 22 settembre Anne e Patrick Poirier, le archistar d’oltralpe titolari del progetto del «Giardino della memoria». Il piano cimiteriale ha decretato che se nuovo cimitero dovrà essere, non sarà quello da loro progettato: «Ci sono questioni di cui dobbiamo discutere – così il sindaco Angelo Stucchi –, ho invitato i progettisti a trascorrere due giorni con noi. Peraltro, sono molto curioso di conoscerli».

L’oggetto del confronto, cui prenderanno parte amministrazione comunale e tecnici, è a dire poco spinoso: progetto originario, revisioni obbligatorie, tagli e contenimento dei costi: «Ho i numeri alla mano, troveremo delle soluzioni». Il problema non trascurabile che richiede un confronto con i creatori del Giardino della memoria, la “necropoli contemporanea” voluta con forza nel 2010 dall’allora sindaco Walter Baldi, si chiama “Proprietà intellettuale del progetto”. È in capo ai due architetti francesi, senza l’assenso dei quali, così fu stabilito allora, nessuna modifica all’ambizioso disegno originario è possibile. Il sindaco e la giunta si preparano alla ricerca dell’intesa con alla mano l’unico asso possibile: il nuovissimo piano cimiteriale, che ha parlato chiaro sulle esigenze di sepoltura di qui ai prossimi vent’anni e sul cambiamento sostanziale anche di abitudini sulle sepolture medesime.

Il progetto del maxi cimitero prevedeva 1818 nuovi colombari, l’esigenza aggiornata è a dire molto di 646; prevede 1180 ossari, ne servono al massimo 581; il progetto ipotizzò 570 tombe di famiglia monumentali, il piano cimiteriale attuale dice al massmo 112. Oltre 10 milioni di euro il costo originario su carta di quell’opera che fu definita «possente, eroica e coraggiosa» dal gallerista Massimo Valsecchi, altro personaggio chiave dell’operazione. Un milione e duecentomila euro il costo delle sole piante, previste nell’ordine delle 1650; e sempre in seno ai 10 milioni, un milione e 650 mila euro erano stati previsti per la costruzione del monumentale edificio d’ingresso decorato a mosaici. «In questo periodo – dice Angelo Stucchi – mi sono dedicato ad un esame analitico di quel progetto, con alla mano le cifre del nuovo piano cimiteriale, che ci fornisce un quadro delle esigenze attuali, tenendo conto delle potenzialità che ha ancora il vecchio cimitero. Ho comparato. Era l’unica cosa da fare, e nessuno l’aveva mai fatta prima. I numeri parlano chiaro, e dicono che il nuovo cimitero, così come progettato, non serviva allora e tantomeno servirà in futuro. Sarà realizzato, ma in misura ridotta e necessaria all’inserimento di strutture imposte dalla normativa». Il vincolo “intellettuale”? «Esiste. Ma io porterò le cifre: questo intervento ci costerebbe, al di là della realizzazione, non meno di 60, 80 mila euro l’anno di manutenzioni. Impensabile».