Legnano, 24 novembre 2011 - «La 'ndrangheta? Nella nostra zona non esiste». Troppe volte dalla bocca di cittadini, politici ed esponenti di varie istituzioni in passato è uscita questa frase. Troppe volte per poter essere presa come uno scherzo o un'affermazione avventata, perché la 'ndrangheta nell'Altomilanese è presente, lo è stata in passato e ha colpito.

Tutto ha avuto inizio a San Vittore Olona. A trovarsi sulla strada dei killer di Carmelo Novella è stato, suo malgrado, il circolo ex combattenti e reduci. L'omicidio del capobastone della 'ndrina Gallace-Novella di Guardavalle, provincia di Catanzaro, però non avrebbe di certo potuto non lasciare strascichi.

Ecco quindi, pochi mesi dopo che a San Giorgio su Legnano viene trovato il cadavere di Cataldo Aloisio. Non era di certo stato ucciso lì, chiariranno poi le indagini, ma il suo corpo è stato appositamente portato a pochi metri di distanza dal cimitero di San Giorgio, dove è stato sepolto Carmelo Novella.

A luglio del 2010 le forze dell'ordine tornano in azione nell'Altomilanese, precisamente a Cisliano. Lì smantellano il quartier generale del clan dei Valle, che si trovava sotto a un ristorante: un vero e proprio bunker dotato di telecamere e cani da guardia nel quale venivano portati anche gli imprenditori che non pagavano il pizzo. La famiglia operava anche nel territorio di Bareggio.

Quasi un anno dopo, nell'aprile del 2011, i residenti di Bernate Ticino parlavano insistentemente di un andirivieni di polizia e carabinieri nel borgo Rubone, nei pressi della strada che arriva a Castelletto di Cuggiono. Proprio in un terreno in quella zona agenti e militari stavano scavando alla ricerca non soltanto di indizi. Sembra, infatti, che quello fosse il luogo in cui la 'ndrangheta aveva nascosto due o più cadaveri di vittime eccellenti della faida per i controllo della Lombardia, ovvero l'organizzazione emanazione della casa madre calabrese che si occupava di gestire gli affari e coordinare l'attività delle 'ndrine presenti nella regione. Un ricco puzzle di luoghi che dimostra come l'Altomilanese sia da anni, per vari motivi, al centro dei pensieri della malavita organizzata.