San Vittore Olona, 22 novembre 2011 - Era un assolato pomeriggio di fine luglio del 2008 quando San Vittore Olona, paese di circa ottomila abitanti, scoprì che la 'ndrangheta non è solo affare del sud Italia. E lo scoprì nel modo più violento.
Proprio quel pomeriggio al circolo ex combattenti e reduci di via Torquato Tasso due uomini entrarono, ordinarono al barista due cappuccini bianchi e chiesero dove si trovasse Carmelo Novella. Non fu necessaria neanche la risposta perchè i due erano già davanti al tavolino di plastica al quale era seduto Novella. "Carmelo?" domandarono, ma era soltanto un quesito retorico, pronunciato, si capirà dopo, soltanto per rendergli evidente il destino che lo stava aspettando.
In pochi secondi, infatti, i due killer avevano già esploso cinque colpi di pistola, uccidendo Novella e seminando il panico in quel tranquillo circolo ricreativo. In pochi sapevano che Carmelo Novella era un importante boss della 'ndrangheta.
Termini come 'ndrina, ovvero il clan che fa parte della 'ndrangheta, capobastone, ovvero il leader di un clan, racket e killer diventarono ben presto famigliari tanto ai sanvittoresi quanto a tutti i residenti del Legnanese. "Finché si uccidono fra loro, non ho alcun timore" fu la reazione del giorno dopo di alcuni abitanti di San Vittore, anche se questo nascondeva un po' di paura.
Per la prima volta, infatti, la criminalità, quella vera, quella organizzata, quella che in pochi conoscono e che per questo fa tremare ancora di più le gambe, era entrata nella vita dei cittadini di un paese qualsiasi della provincia di Milano. E proprio da qui, dall'omicidio al circolo ex combattenti e reduci di San Vittore Olona prese il via una faida per il controllo della Lombardia, ovvero l'organizzazione che controllava tutte le attività della 'ndrangheta nella regione lontana dalla "casa madre" calabrese.
L'operazione Infinito, che proprio qualche giorno fa ha portato alla condanna, in primo grado e con rito abbreviato, di 110 dei 119 imputati, ha preso le mosse da questo episodio. O, meglio, molti degli omicidi e dei cambi di cariche all'interno dell'organizzazione 'ndranghetista lombarda sarebbero iniziati proprio con quell'episodio che ha squarciato per sempre la tranquillità dell'Altomilanese.
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