Lecco, 19 maggio 2014 - Ad accogliere il cardinale di Milano ieri pomeriggio a Lecco c’era anche lui, Baskim Dobrushi, il papà 44enne di Simona, Keisi e Sidny, uccise dalla madre in una notte di follia il 9 marzo all’età di appena 13, 10 e 3 anni. Una stretta di mano, poi un forte e prolungato abbraccio e poche parole sussurrate in confidenza, alla presenza di don Angelo Cupini, il fondatore della comunità di via Gaggio, che più di tutti gli è stato vicino, lo ha sostenuto e gli ha offerto anche il luogo dove vegliare le sue bimbe martoriate.

«La ferita è ancora aperta ma occorre stringere il male con il bene. Non fermarsi all’abbattimento per il dolore ma continuare a fare del bene», ha commentato l’arcivescovo Angelo Scola, giunto in città per impartire il sacramento della confermazione a cinquantacinque cresimandi dell’unità pastorale Beati Luigi Mazzucconi e Luigi Monza che raccoglie le parrocchie di San Giovanni Evangelista, Laorca e Rancio, oltre che per inaugurare il museo dedicato a don Serafino Morazzone, il curato beatificato nel giugno 2011 vissuto nel rione di Chiuso dal 1773 al 1822. «Ma la comunità si è dimostrata matura, ha reagito con rispetto e responsabilità», ha proseguito. Come uno strappo difficile da ricucire è l’arresto lo scorso mese del sindaco 36enne di Valmadrera Marco Rusconi, finito in carcere con l’accusa di corruzione e presunti rapporti con esponenti della ‘ndrangheta.

Il pastore della diocesi ambrosiana conosce il giovane amministratore e ha invitato a «non esprimere giudizi affrettati e attendere con pazienza i diversi gradi di giudizio». Agli appuntamenti, oltre ai sacerdoti e ai religiosi, guidati dal parroco della comunità pastorale don Emilio Colombo, dal prevosto di Lecco monsignor Franco Cecchin e dal vicario episcopale monsignor Maurizio Rolla, hanno presenziato pure il primo cittadino del capoluogo Virginio Brivio e diversi amministratori locali. Dopo la messa delle 15 con la somministrazione della cresima il cardinale si è spostato a Chiuso, in quella che era la casa del «buon curato», la canonica di Santa Maria Assunta dove dormiva su un tavolaccio di legno per donare tutto ai bisognosi.

Quella spoglia casa adesso è stata trasformata in un’esposizione, con reliquie del beato, un affresco di Casimiro Radice del 1871 che ritrae il cardinale Federigo Borromeo che abbraccia l’Innominato, diversi altri oggetti che gli appartenevano, un berretto, alcuni strumenti che utilizzava per compiere penitenze e una lettera tra il reverendo e il sommo poeta Alessandro Manzoni, che ha ambientato il suo romanzo «I promessi sposi» proprio in quei luoghi, e il cui padre all’epoca ha pagato la realizzazione della cappella dedicata alla Madonna Addolorata in qualità di priore della confraternita del Santissimo Sacramento di Chiuso. La collezione si è inoltre arricchita di un prezioso testo del ‘600 donato dalla Fondazione della Provincia di Lecco.

di Daniele De Salvo