Lecco, 9 marzo 2014 - Le ha rincorse per tutta la casa con due coltelli da cucina, le ha colpite con diversi fendenti sino a sgozzarle, poi le ha adagiate sul letto, tutte e tre, in fila, infine ha cercato di uccidersi anche lei, tagliandosi le vene dei polsi, ma non ci è riuscita. Un vicino ha trovato sul pianerottolo Edlira Dobrushi, 37enne albanese, completamente imbrattata di sangue, che aveva bussato alla sua porta.  Ha allertato subito i soccorsi, erano le 6.25. I sanitari del 118 e i carabinieri quando sono entrati nell'apppartamento si sono trovati di fronte a una scena agghiacciante. (Le foto e il video del luogo dell'omicidio)

La tragedia si è consumata all'alba di domenica, in un'appartamento di Chiuso di Lecco dove la Dobrushi, viveva in un'abitazione popolare con le sue tre figlie Simona di 13 anni, Kesi di 10 e Sidny di 2 (Le foto delle tre giovanissime vittime).

I corpi senza vita delle tre bambine erano ricomposti a letto. Sulle due più grandi sono stati trovati tagli alla gola, ma non sulla più piccola. La 13enne ha cercato di difendersi, mentre le altre due sono state uccise nel sonno. Il marito, Baskim, anche lui dell'Albania le ha lasciate alcuni mesi fa e ieri ha fatto ritorno nel suo Paese. Cosa abbia scatenato l'improvvisa furia omicida non si sa, probabile una forte crisi depressiva per la fine della relazione con il marito e problemi economici. L'uomo aveva da poco una relazione con un'altra donna. Pare anche che la nuova amica fosse partita con lui per l'Albania. Un elemento che potrebbe aver alimentato la disperazione della donna.

Adesso la donna è ricoverata in ospedale all'Alessandro Manzoni. Operata per le ferite riportate durante la colluttazione con una delle vittime e nel tentato suicidio, resterà sotto osservazione per precauzione, perchè non è in pericolo di vita. Prima dell'intervento, è stata sentita dal pm incaricato del caso e ha confessato tutto: "Ero disperata, sono stata io". La donna è stata arrestata ma la dinamica va ancora precisata. Edlira Dobrushi si trova in uno stato di prostrazione e dopo avere confessato non ha fornito molti altri elementi sul suo raptus. Aveva tentato di togliersi la vita ma si è solo procurata delle profonde ferite agli avambracci.

I carabinieri hanno anche sentito alcuni parenti per cercare di dare un senso a un gesto che ha lasciato tutti senza parole e scosso l'intera comunità. Bashkim Dobrushi è stato raggiunto al telefono da un parente. Quarantacinque anni, un operaio metalmeccanico che da 15 anni vive stabilmente in Italia e ha doppia cittadinanza, incensurato, ha deciso di tornare a Lecco. I carabinieri lo attendono per sentirlo in caserma. Il padre delle tre bambine aveva preso quindici giorni di ferie per recarsi a Kukes, suo paese natale, per spiegare alle famiglie d'origine la decisione di separarsi dalla moglie. Dalla carta d'imbarco risulta aver preso il traghetto da Bari per Durazzo sabato. A rintracciarlo e' stato il fratello, che abita anch'egli a Lecco, e con cui viveva da quando aveva lasciato il tetto coniugale, a poca distanza da corso Bergamo dove si recava spesso a trovare le figlie.

"Sono di fede musulmana ma frequentavano lo stesso la parrocchia per integrarsi", riferisce il prevosto don Adriano Tacini. "È una tragedia enorme, inaspettata". Pure il sindaco Virginio Brivio è stato sulla scena del crimine per una preghiera: ''Quando mi hanno comunicato l'accaduto ho provato un senso di disorientamento totale. Mi sono sentito chiamato in causa. Nelle attivita' di sostegno delle famiglie che ci vede gia' impegnati anche nei quartieri con un'identita' molto solida, abbiamo il dovere di fare sempre e comunque di piu'''. Poi, ha voluto sottolineare che la famiglia "non era in carico ai servizi sociali". Parenti, conoscenti e residenti si sono radunati come in un pellegrinaggio.

Edlira, o Eda Dobrushi, era iscritta su Facebook, dove appena il 3 marzo aveva postato una scritta: "Le mie figlie sono tutta la mia forza''. Fa effetto la frase pubblicata il 25 febbraio ''Ricordati sempre che non e' il coltello in se' che ferisce, ma la mano che lo impugna''. Anche la maggiore delle figlie, Simona, era iscritta su Facebook e Ask, dove esibiva il nome di Simona Gomez, in omaggio alla sua cantantae preferita Selena Gomez, insieme a Justin Bieber. Con le sue risposte a tono dimostrava di essere una ragazzina determinata e matura per la sua età.

Gli investigatori hanno recuperato e sequestrato le armi del delitto, due grossi coltelli da cucina. L'anatomopatologo Paolo Tricomi ha svolto una prima ispezione sulle piccole salme. Sono stati preallertati anche gli esperti del Racis di Parma, il Raggruppamento investigazioni scientifiche, ma il quadro pare ormai definito e non sarebbe necessaria la loro presenza.

I funzionari dell'ambasciata albanese in Italia si sono offerti per qualsiasi tipo di supporto. Non è chiaro solo se il padre delle ragazzine e della bimba sia stato rintracciato e contattato. Avrebbe dovuto trascorrere lui la giornata con le figlie ma alcune fonti sostengono che stesse per rimpatriare.

Il ministro dell’Interno Angelino Alfano, parlando a Sky Tg 24 subito dopo aver appreso la notizia, aveva parlato di omicidio e aveva affermato: "Non daremo scampo all’assassino". Poi, nel pomeriggio, quando si è saputo cosa è realmente accaduto, ha commentato: "Un gesto di follia scatenato dalla separazione del padre. Enorme tristezza".

(ha collaborato Daniele De Salvo)