Nibionno (Lecco), 15 novembre 2013 - Non si sa ancora quando Joele Leotta potrà tornare a casa. Per il rimpatrio del feretro del 19enne di Nibionno che il scorso 20 ottobre è stato massacrato di botte nella sua stanza d’albergo a Maidstone, nel Kent, dove aveva trovato lavoro come cameriere da appena cinque giorni, potrebbe volerci parecchio, più delle sei o sette settimane ipotizzate. Lo comunica Massimo Mazzanti, 45 anni, console generale d’Italia a Londra. «Purtroppo i tempi sono molto lunghi per via degli esami autoptici - spiega l’agente diplomatico della Farnesina -. Il coroner al momento non può fornire una data certa per il rilascio della salma».

Dai primi esami disposti sul corpo martoriato del ragazzo, l’anatomopatologo del Medway Patricia Hardig ha stabilito che il brianzolo è morto per le gravi lesioni alla testa, si attende tuttavia il responso dei test di laboratorio. Inoltre i quattro presunti assassini potrebbero chiedere ulteriori verifiche che richiederebbero ulteriore tempo, sebbene parrebbe non vogliano avvalersi di tale facoltà. In prigione per il brutale pestaggio si trovato Tomas Geležinis di 30 anni, Aleksandras Zuravliovas di 26 Saulius Tamoliunas di 23 e Linas Zidonis di 21, tutti lituani. Sono stati arrestati subito dopo l’incursione nella camera dei due giovani.

Agli investigatori hanno spiegato che si sarebbero voluti vendicare per le lamentele dei vicini, dato che uno di loro, il più grande, alloggiava in un locale proprio sopra gli amici lecchesi, da dove però era stato sfrattato per il suo comportamento violento, tanto da essere anche denunciato. Quella domenica sera avevano tutti bevuto troppo, probabilmente avevano anche assunto droga, e avrebbero deciso di «dare una lezione» ai condomini, forse pensando che fossero stati gli ultimi arrivati a farli cacciare, oppure colpendo semplicemente le prime persone capitate a tiro.

Quello che pare certo è che volessero uccidere, perchè hanno continuato ad infierire sul nibionnese anche quando ormai era rannicchiato a terra svenuto, insultandolo e accusandolo di aver loro «rubato il posto». A fine gennaio compariranno tutti davanti ai giudici della Corte della Corona, ad aprile poi comincerà il processo. Al momento i loro legali non hanno presentato alcun appello per chiederne la scarcerazione su condizionale, come successo invece per altri due indagati, che tuttavia non avrebbero partecipato alla mattanza. Sono stati invece completamente scagionate altre quattro persone inizialmente fermate.