Nibionno, 23 ottobre 2013 - Sono quattro le persone formalmente incriminate dell’assassinio di Joele Leotta, il 19enne di Nibionno ucciso domenica sera in Inghilterra, a Maidstone, nel Kent,  nella sua nella sua camera che si affaccia in Lower Stone Street, proprio sopra il "Vesuvius restaurant", una pizzeria gestita da emigrati italiani, dove aveva trovato un posto da cameriere. Sono tutti della Lituania: Aleksandras Zuravliovas, 26enne di Beaumont Road, Tomas Gelezinis, 30enne di Lower Stone Street; Saulius Tamoliunas, 23enne di Union Street che vivono nella capitale della contea alle porte di Londra e Linas Zidonis, 21enne senza dimora fissa. Devono anche rispondere di lesioni personali gravi nei confronti di Alex Galbiati di Molteno, anche lui di 19 anni, il secondo brianzolo aggredito. A riconoscerli sarebbe stato proprio quest’ultimo, scampato all’assalto. Domani, giovedì 24 ottobre, saranno sentiti dai giudici della pretura del Medway in videoconfernza.

LE INDAGINI - E’ stato arrestato anche un 30enne, la cui custodia cautelare non è ancora stata convalidata. In tutto sono quindi dieci gli indagati, compreso un 45enne britannico a che tuttavia è stato liberato su cauzione insieme ad un altro sospettato. Sul movente gli investigatori non si sbilanciano, anzi avvisano che nel Regno Unito gli agenti di polizia ma anche i giornalisti non possono diffondere dettagli sulle indagini in corso, “perché questo potrebbe intralciare la procedura in tribunale“. Coloro che violano tale disposizioni rischiano di violare la legge sull’oltraggio alla corte e di intralciare il processo. Proprio per questo né i familiari dei due italiani né i titolari della pizzeria - che attualmente è chiusa - e nemmeno altri testimoni hanno voluto rilasciare dichiarazioni sull’inchiesta in corso.

IL MOVENTE - Nessuno conferma ma nemmeno smentite formali dunque alla tesi dell’uccisione per motivi razziali e neppure sull’ipotesi dello scambio di persona, come di screzi degenerati. “Sto bene per quanto possa stare bene in questo momento, ringrazio per il sostegno che sto ricevendo in questi giorni“, si limita infatti a riferire il giovane modenese che è stato dimesso dall‘ospedale. “So solo che mio figlio è stato ammazzato - afferma Ivan, il padre del nibionnese -. Sul movente non posso parlare. Era arrivato lì lo scorso lunedì, il 14 ottobre, dubito che abbia potuto infilarsi in qualche situazione di pericolo“. “Non sappiamo molto - gli fa eco Luca, padre dell’altro ragazzo”. Ma il sindaco del piccolo paese brianzolo, che ha avuto modo di parlare con i funzionari della Farnesina, è sicuro: “Li insultavano, gli gridavano ‘italiani di merda, ci rubate il lavoro‘”, spiega Claudio Usuelli, avvocato di 40 anni, che ha avuto modo di apprendere quanto contenuto nelle note informative riservate dei funzionari della Farnesina e che ha preannunciato il lutto cittadino e questa sera ha riunito il Consiglio comunale in seduta straordinaria.

IL LAVORO - Anche gli inviati sul posto confermano che il quartiere dove si è consumata quella che sembra essere stata una spedizione in piena regola è multietnico e ospita molti stranieri, polacchi e soprattutto lituani, mentre gli italiani rappresentano la minoranza. A differenza da chi proviene dall’Est Europa svolgono tuttavia mansioni più qualificate e meglio retribuite e per questo spesso sono oggetto di ritorsioni. “Mio cugino era andato lì per lavorare, perché qui in Italia di lavoro non cen’è. - si sfoga Andrea Augustini, cugino della vittima -. I politici stanno sempre bene, si fa di tutto per non creare lavoro, e i giovani vanno addirittura a morire lontano da casa per guadagnare 800 sterline al mese, e non 20mila euro stando seduti. Mio cugino torna a casa in una bara, a vent'anni, dopo una settimana, mentre la gente che ci governa ruba soldi''.

"Se manca il lavoro prevalgono gli egoismi, le contrapposizioni e le paure - sostiene Susanna Camusso, segretario generale della Cgil -. Eesprimo tutta la mia solidarietà e le mie condoglianze alla famiglia. Credo sia sempre una tragedia, come noi ben sappiamo e abbiamo spesso alle porte. Secondo i dati diffusi dai vertici di Coldiretti nel 2012 sono stati oltre 27mila i lombardi tra i 18 e i 14 anni che si sono trasferiti all'estero, specialmente nei Pesi europei, mille in più del 2011. La maggior parte trova occupazione negli 80mila tra ristoranti, bar, pizzerie tipici, proprio come Joele, che appena tre giorni prima di morire aveva scritto agli amici: "Sono in Inghilterra, sto cercando di sistemarmi qui, Ho trovato lavoro in un ristorante italiano e ora sto imparando a fare il cameriere. Davvero tutto perfetto". Tutto perfetto, sino a domenica.