di Daniele De Salvo

Lecco, 19 agosto 2013 - Traffico intenso, qualche rallentamento, code a tratti, ma il disastro annunciato e temuto sulla Ss 36 ieri non c’è stato, nonostante il controesodo e le migliaia di turisti che hanno deciso di trascorrere una delle ultime domeniche di ferie sul Lario, in Valtellina o in Valsassina. Le misure anti - colonna hanno funzionato.

«Le fasi di rientro non hanno provocato particolari criticità - confermano gli agenti della Polstrada -. Solo in mattinata e in serata sono stati registrati disagi minimi». Niente nuovo “inferno di Ferragosto” insomma, quando, anche a causa di un incidente, la Super è stata chiusa al transito in diversi punti con file fino a 20 chilometri e i paesi della zona, Lecco compresa, invasi da un lungo serpentone di quattro ruote. Ma anche se si è scampati all’ennesima giornata da bollino nero, resta la paura, anzi la certezza che, al primo imprevisto, vada in scena il medesimo copione.

La 36 infatti non tornerà completamente percorribile prima della prossima estate e se durante la bella stagione le strade dell’alto lago sono prese d’assalto dai villeggianti, d’inverno ci saranno gli amanti della neve a riversarsi sulle arterie di collegamento in viaggio verso gli impianti sciistici.

Per questo sindaci e amministratori del territorio sono a caccia di soluzioni definitive che permettano di scongiurare il collasso viabilistico quando si verificano problemi, che possono essere l’allestimento di un cantiere, un sinistro o uno smottamento, che costringono a interdire l’accesso all’importante arteria di comunicazione. C’è chi suggerisce il potenziamento del trasporto ferroviario, chi quello lacustre, coloro che chiedono la realizzazione di svincoli e quelli che sollecitano nuovi peduncoli.

Per l’assessore provinciale alle Opere pubbliche Stefano Simonetti, tuttavia, la priorità è l’eliminazione del passaggio a livello della stazione di Bellano che, in caso di uscita obbligatoria, blocca il deflusso dei guidatori che dalla Superstrada devono raggiungere e immettersi sulla provinciale 72. La sbarra rimane abbassata una cinquantina di volte al giorno, per consentire la corsa di altrettanti treni, a volte resta giù per diversi minuti.

«Anche a Ferragosto mi risulta che il passaggio sia rimasto chiuso quasi per un quarto d’ora, creando un ulteriore blocco - spiega l’esponente di Villa Locatelli -. Quello è il vero punto critico da eliminare, altrimenti ogni volta che succede qualcosa sulla SS 36 si verificheranno ingorghi con ripercussioni in tutti i paesi attraversati dalla Sp 72». Ma un cavalcavia o un sottopasso costano parecchio e lo spazio disponibile in quell’area manca, soprattutto occorre mettere d’accordo i politici locali, quelli provinciali e i funzionari di Rfi.