La sinistra e l'election day

L’accorpamento tra elezioni politiche e regionali semplifica il quadro delle alleanze e aiuta a fare chiarezza negli schieramenti

Milano, 10 gennaio 2018 - L’accorpamento tra elezioni politiche e regionali semplifica il quadro delle alleanze e aiuta a fare chiarezza negli schieramenti. Anche gli elettori saranno indotti a votare in modo coerente per il Parlamento nazionale e per il Pirellone, l’election day favorisce la trasparenza nelle strategie dei partiti e riduce al minimo trasformismi e voti disgiunti. Peraltro sarebbe difficile motivare agli elettori suggerimenti di voto diversi per il governo centrale e per quello regionale. Dunque il centrosinistra appare destinato ad avere maggiori problemi del centrodestra in quanto meno coeso e più frastagliato nelle sue articolazioni. Le scissioni subite dal Pd rendono impervia la corsa dei candidati dem nei collegi uninominali. I sondaggi che circolano nelle ultime ore sono da panico per i renziani, che in Lombardia contano sulla punta delle dita i seggi sicuri. Essendo diversi i sistemi di voto, il Pd dovrà infatti fare i conti con la nuova creatura di Liberi e Uguali, nata soprattutto come strumento di vendetta dei dissidenti contro Matteo Renzi. In una regione come la Lombardia a maggioranza di centrodestra, se il centrosinistra si spacca ben difficilmente può aspirare a grandi traguardi. La rinuncia di Roberto Maroni alla ricandidatura potrebbe indurre gli uomini di Pietro Grasso a valutare l’ipotesi di convergere su Giorgio Gori, ma ciò provocherebbe disorientamento.

Come si farebbe a dire ai sette milioni e mezzo di elettori lombardi che il Pd è alleato nella corsa regionale e competitor in quella nazionale? Ecco perché Liberi e Uguali punta sul suo candidato al Pirellone. Ma l’election day potrebbe produrre effetti anche su Palazzo Marino. Alcuni assessori della Giunta Sala, che accarezzavano il sogno del grande salto a Roma o quanto meno in Regione, ora ci starebbero ripensando, proprio perché all’orizzonte non s’intravvede una corsa trionfale ma una strada cosparsa di incognite. L’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza vorrebbe comunque traslocare al Pirellone, mentre Marco Granelli, assessore alla Mobilità di Palazzo Marino, sarebbe titubante, così come Cristina Tajani (Attività produttive) e Pierfrancesco Maran (Urbanistica), che ambirebbero a uno scranno parlamentare. Val la pena di lasciare ruoli importanti in giunta e rischiare di bruciarsi in una campagna elettorale dalle incerte prospettive? È questa la valutazione più ricorrente tra i diretti interessati.