Brescia, 18 giugno 2014 - Svolta sul caso della di Federica Giacomini, meglio nota come Ginevra Hollander, l'attrice hard bresciana scomparsa il 9 febbraio di quest’anno da Vicenza, dove conviveva con il 55enne Franco Mossoni, anche lui bresciano. “Al di la’ dell’accertamento di natura biologica e dell’approfondimento in ambito genetico, per la conoscenza che ho della persona, salvo che non sia una sosia, per me è più che verosimile che sia Federica Giacomini”. L’ha detto poco fa l’avvocato Paolo Mele, legale della famiglia, dopo essere uscito dall’Istituto di medicina Legale di Padova. Ieri infatti erano stati ritrovati dei resti che facevano ricondurre al cadavere di Federica Giacomini, trovati in fondo al lago di Garda, rinchiusi in una cassa azzurra.

“Quello che mi interessava nel venire qui oggi - ha proseguito il legale - non era tanto la procedura autoptica, ma intanto se dentro quel sacco ci fosse un corpo umano, se questo corpo era di sesso femminile, come nel caso di specie lo è, e soprattutto se poteva verosimilmente essere Federica Giacomini. Purtroppo queste mie tre attese sono state soddisfatte”. “Ora vado dai genitori - ha continuato Mele - per condividere questo momento. L’importante è riuscire a trovare un posto finalmente dove collocare questa loro unica figlia, e dar loro la possibilita’ di avere ristoro attraverso la preghiera.
Poi il processo si vedra’, le responsabilita’ si vedranno, sulle cause della morte ovviamente non posso dire nulla visto che è un aspetto legato al segreto istruttorio di cui dirà in seguito la Procura”.

UN BARCAIOLO AVREBBE AIUTATO L'ASSASINO - Chi ha gettato nel lago di Garda l’involucro con il corpo che si sospetta appartenga a Federica Giacomini, lo ha fatto con l’aiuto inconsapevole di un barcaiolo di Castelletto di Brenzone. Lo ha accertato la Polizia di Vicenza che indaga sulla vicenda. Il barcaiolo ha riferito agli investigatori di essere stato contattato tra fine gennaio e inizio febbraio da un uomo che si e’ spacciato per biologo, il quale ha preso in affitto l’imbarcazione con la scusa di dover effettuare degli esperimenti. 

I SOSPETTI SULL'EX COMAGNO DI FEDERICA - La mobile di Vicenza ha accertato che Franco Mossoni, l’ex compagno della donna sospettato dell’omicidio, era stato visto diverse volte a Castelletto nei giorni della scomparsa di Federica, con camuffamenti vari: una volta con una parrucca, in un’altra occasione con una barba posticcia. Il sospetto e’ che il sedile anteriore della Fiat Punto dell’uomo, recuperata piu’ tardi dagli investigatori, sia stato tolto (e sostituito con una sdraio) non tanto per occultare le tracce del delitto quanto per trasportare la bara di plastica.

L'INVOLUCRO RITROVATO NEL GARDA -  Quando la Polizia ha aperto l’involucro vi ha trovato all’interno una serie di sacchi di plastica chiusi da nastro adesivo ad avvolgere quello che appare un corpo umano, insieme a pezzi di legno e a un forato di cemento servito per ‘zavorrare’ il tutto. Un manufatto, dunque, particolarmente pesante. Circostanza che apre una ulteriore ipotesi. E cioe’ se l’assassino sia stato aiutato da un complice nelle fasi del trasporto. L’involucro e’ stato immediatamente portato ad una temperatura di -80 gradi e recapitato all’Istituto di medicina legale di Padova.