Fa festa anche Varese. Vuelle, è crisi vera

Senza Repesa e un americano, la Carpegna Prosciutto affonda ancora. E adesso la classifica torna a preoccupare con le ultime a -4

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Nel corso di una stagione, arriva sempre il momento di crisi per una squadra. Qualcuna non ingrana, qualcun’altra scoppia troppo presto. Pesaro, che aveva superato indenne l’inverno, sta andando in rottura in concomitanza con l’arrivo della primavera. E della Virtus. Non è difficile risalire ai motivi che ieri hanno portato ad un’altra sconfitta, meno rovinosa nelle proporzioni rispetto a Cremona, ma ugualmente grave in chiave classifica, con le ultime tornate a -4 e la differenza canestri con Varese gettata al vento.

L’assenza di un coach carismatico come Repesa sta pesando quanto quella di un giocatore: non segna né prende rimbalzi Jasmin ma, con la sua personalità prorompente, è stato capace di rovesciare certe serate come un calzino. O di trasmettere fiducia nei finali convulsi. E non è certo colpa di Calbini, che ha ancora poca esperienza a questi livelli e ha fatto quello che poteva. Il vice pesarese si è ritrovato a gestire una situazione complicata: innanzitutto perché alla Vuelle manca un americano, mentre le altre durante la sosta si sono tutte rinforzate. Poi perché la squadra aveva toccato l’apice durante le Final Eight ed era prevedibile un calo nervoso, complice una pausa di tre settimane, mai vista nel corso di un campionato di serie A.

Sarebbe bastato un soffio, sul 71-67, per capovolgere l’esito finale, ma la difesa non ha tenuto e in attacco sono state fatte scelte affrettate e poco corali. Non è la squadra che abbiamo imparato ad apprezzare in questi mesi quella vista negli ultimi due rovesci. Robinson non riesce a mettere in ritmo i compagni, ma è palese che accanto a lui manchi un aiuto come è stato Massenat e poi Gerald Robinson, col quale si era trovato un equilibrio davvero interessante. Bulleri ha scelto perciò un buon piano partita: soffocare gli spazi al mini-play della Carpegna Prosciutto, cosa riuscita bene soprattutto a Ruzzier, dotato di gambe notevoli, pari alla sua tigna. Le mani fredde degli esterni dall’arco (314 all’intervallo) hanno fatto il resto. Varese ha appoggiato subito il gioco su Scola, che ha caricato di falli Filipovity: terza lampadina accesa dopo nemmeno 7’. L’asso argentino ne mette 13 nel primo quarto indirizzando già la gara, come aveva fatto Mian a Cremona sette giorni fa. Ancora peggio l’inizio di 2° quarto (33-20 al 15’), salvo il risveglio firmato da Robinson, gioco da tre punti dopo un recupero e tripla che al 17’ pare riaprire i giochi (33–28). Lì gli arbitri prendono una decisione pesante, annullando un canestro a Delfino: Pesaro la paga emotivamente e sprofonda di nuovo prima dell’intervallo.

Nella ripresa ci riprova affidandosi a Drell, che infila 5 punti di fila, quindi Delfino schiaccia una ’rubata’. Sul 44-39 Robinson fallisce il tiro della svolta e c’è un altro crollo: Varese piazza un break di 6-0 prima dell’ultimo riposo. Il cronometro corre ma al 38’ un antisportivo a Ruzzier concede l’ultima chance. Sul 71-67 Filipovic spende il 5° fallo su Ruzzier, gelido ai liberi, mentre sul ribaltamento le speranze si spengono sul tiraccio di Filloy. E Douglas, in step-back, manda tutti sotto la doccia.

Elisabetta Ferri