Varese Calcio, la holding si fa avanti: "Pronti ad acquisire il club"

Gli svizzeri mettono la proprietà spalle al muro

Fulvio Catellani allo stadio Franco Ossola

Fulvio Catellani allo stadio Franco Ossola

Varese, 17 marzo 2018 - La holding svizzera è ufficialmente pronta ad acquisire il Varese Calcio». A parlare è Fulvio Catellani, nella sala delle conferenze stampa del Franco Ossola. Gli investitori d’oltre confine, che la famiglia Catellani rappresentano, hanno preparato una proposta formale che sarà presentata nei primi giorni della prossima settimana sia all’attuale proprietario, Paolo Basile, che al garante delle operazioni, il sindaco della Città Giardino, Davide Galimberti.  Quanto si è appreso ieri mattina dalle parole di Catellani jr. Parole che, al momento, rappresentano solo uno scenario futuro, seppur imminente: il timore, fondato o meno, da parte dei tifosi, è che, come spesso accade negli ultimi tempi dalle parti di piazzale De Gasperi, ci si sia venduti la pelle dell’orso senza nemmeno averlo catturato.

«L’attuale proprietà, e quindi Paolo Basile, dopo aver risposto già una volta no a una nostra proposta, sembrerebbe orientata ad accettare l’accordo» spiega Catellani, mettendo di fatto Basile, con parole calcolate, spalle al muro. Perché, ovviamente, un eventuale ennesimo rifiuto da parte sua, oltre ad essere visto negativamente dalla tifoseria biancorossa, porterebbe il club al fallimento. Sì, perché a Masnago, con le valigie piene di soldi, oltre ai misteriosi compratori di Catellani, nessun altro ad oggi risulta che si sia palesato. «Attendiamo una risposta istantanea» prosegue Catellani, nel sottolineare come i papabili subentranti all’attuale proprietà, hanno intenzione di acquistare i Corsari, «per il legame e la fiducia che hanno con mio papà. Noi siamo onorati di essere in questa piazza che ha grandi potenzialità, io sono nato e cresciuto nel calcio, ci lavoro e il nome di mio papà è una garanzia».

Garanzia che ha dovuto lavorare alacremente nell’ultimo periodo per «scoprire» la vera entità del buco economico della società. Una voragine prosegue Catellani, «quasi doppia, rispetto ai 300mila euro dichiarati», e che ha portato a un lavoro di preparazione al risanamento più corposo, visto che «i controlli si sono dilungati, così come i tempi delle proposte, per effettuare verifiche e valutazioni. Perché è certo che gli acquirenti che rappresentiamo, vogliono entrare con le condizioni giuste e portando in società uomini di esperienza e indiscussa professionalità».