Varese, ascoltato il commissario del Molina: "Sotto osservazione due prestiti"

Audizione in Regione sulla situazione finanziaria della casa di riposo

Volantinaggio leghista a Varese sul caso Molina

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Varese, 2 febbraio 2017 - Sono due i prestiti obbligazionari (non convertibili) stipulati dalla Fondazione Molina in favore di soggetti privati su cui il commissario straordinario Carmine Pallino sta eseguendo accertamenti. Si tratta di un primo prestito da 450mila euro (concesso a una tv locale), mentre il secondo del valore di 500mila euro è a favore di una seconda azienda. Pallino, nominato dopo il commissariamento del presidente della Fondazione Christian Campiotti e del Cda da lui presieduto, ieri mattina ha parlato della situazione della casa di riposo davanti alla commissione conoscitiva regionale convocata per verificare le condizioni della Fondazione. Un’audizione a porte chiuse: Campiotti ha infatti diffidato, attraverso il suo avvocato, alla divulgazione di dati relativi alla sua privacy. I consiglieri regionali presenti hanno rilasciato dichiarazioni al termine della seduta. Mentre Pallino, in apertura di audizione, prima che venisse preso il provvedimento delle «porte chiuse» aveva spiegato che «quando la ricognizione sarà terminata, si valuterà la trasmissione di tutti gli atti alla procura della Repubblica».

Pallino ha riassunto in dieci punti gli aspetti attualmente sottoposti a verifica. Secondo il commissario dopo l’allontanamento del direttore generale, liquidato in 300mila euro, non è emersa alcuna evidenza che Campiotti, che avrebbe assunto un ruolo operativo in seno alla struttura, abbia mai percepito uno stipendio. Tuttavia il commissario ha valutato negativamente il capitolo investimenti. In particolare in relazione ai due prestiti «sotto i riflettori». Le due iniziative, secondo il commissario, non avrebbero reso tanto quanto avrebbe fruttato la scelta di lasciare i soldi del Molina nei conti correnti della Fondazione. Il rendimento bancario è infatti intorno al 3,75% mentre le operazioni finanziarie «sotto inchiesta», giustificate con la necessità di svincolarsi dal rischio bancario, hanno portato un rendimento al 2,25%.

Sfugge dunque al momento cosa abbia spinto la Fondazione a sottoscriverli. «La Fondazione ha 900mila euro di crediti non esigibili su 1 milione e 760mila – ha ricordato Emanuele Monti, consigliere regionale Lega Nord al termine dell’audizione – mi sembra che i dubbi emersi siano tanti e la volontà della Regione Lombardia c’è». Alessandro Alfieri, segretario regionale del Pd, sottolinea invece un altro punto.«Il commissario è molto preoccupato – osserva – perché le operazioni finanziarie hanno aperto uno scenario molto difficile. Il tema è capire se una onlus possa effettuare operazioni nel mercato finanziario».

Campiotti ha da sempre sottolineato la bontà dell’operato del Cda da lui presieduto. I consiglieri, è la sue tesi, hanno sempre agito nell’interesse della Fondazione. L’ex presidente ha anche sempre giudicato un «abuso» nei suoi confronti il commissariamento.