Elezioni amministrative: schiaffo alla Lega, Maroni jr con la sinistra

Il 21enne si candida a Lozza per una lista vicina al Pd. "Papà sostiene il mio impegno"

Fabrizio Maroni (Foto profilo Facebook)

Fabrizio Maroni (Foto profilo Facebook)

Varese, 5 maggio 2019 - Papà ‘Bobo’, al secolo Roberto Maroni, da giovane indossava l’eskimo e simpatizzava per l’ultrasinistra di Democrazia proletaria. Poi fu fulminato sulla via dell’Umberto (Bossi) e si convertì al federalismo e all’autonomia, scalando le gerarchie della Lega Nord. Il figlio Fabrizio, 21 anni, per il debutto in politica ha optato per una scelta più moderata. Sarà candidato per il consiglio comunale a Lozza, paese natale suo e del babbo confinante con Varese, in una civica vicina al centrosinistra che sosterrà il tentativo di bis dell’attuale sindaco Giuseppe Licata, del Pd.

Sull’altro fronte c’è una seconda lista, con il simbolo del Carroccio ben in evidenza. Maroni junior, quindi, candidato contro la Lega. Ma non contro il papà (il quale, peraltro, nella Lega attuale si trova in posizione critica rispetto alla ‘maggioranza’ salviniana). Il quale, giura lo stesso rampollo dell’ex ‘ragazzo del Viminale’, è ben contento del suo impegno in politica. Il nome di Fabrizio Maroni appare in quinta posizione tra i dieci candidati che compongono la lista ‘Comunità e Comune Uniti per Lozza’ per le prossime elezioni amministrative. Una formazione che non supporta la candidata leghista Mara Rossi, ma il primo cittadino uscente. Ribellione giovanile? Complesso di Edipo? Macché. Tutto molto più semplice, almeno a sentire lo stesso Fabrizio Maroni. «Conosco Giuseppe – spiega – e apprezzo molto quello che ha fatto in questi anni. Candidarmi nella sua lista è stata una scelta davvero spontanea». E fa niente che dall’altra parte ci sia un simbolo che contiene anche quell’Alberto da Giussano per cui il papà ha speso i ‘migliori anni della sua vita’, vestendo per tre volte i panni del ministro oltre che quelli di governatore lombardo e di segretario federale di quella ‘rivoluzione delle scope’ che sembra lontana decenni e invece risale appena al 2012. «Mio papà ha reagito bene – continua Fabrizio –. Mi ha sempre detto che l’importante è fare scelte che siano sane e ragionate con la propria testa, quindi è stato contento».

Nessun incidente diplomatico in famiglia dunque, ma anzi la voglia di impegnarsi in politica seguendo l’esempio paterno. «Ho sempre fatto molte domande a mio papà – spiega Fabrizio –, da tempo mi interesso di politica e ne abbiamo discusso spesso anche se con idee diverse. Mi ha avvicinato molto a questo mondo». Fabrizio è l’ultimo dei fratelli Maroni e frequenta – non a caso – la facoltà di Scienze Politiche a Milano. Come il papà ha frequentato il liceo classico Cairoli e qualche anno fa ha vinto il Premio letterario ‘Chiara Giovani’, dedicato allo scrittore luinese Piero Chiara. Il suo sogno nell’immediato è quello di occuparsi delle politiche giovanili, e un domani diventare giornalista. Per ora incassa gli apprezzamenti dell’aspirante primo cittadino che guida il suo schieramento. «Per me – afferma Licata – è Fabrizio che si candida e non Fabrizio Maroni. È un ragazzo in gamba. Ha preso questa decisione che mi ha fatto piacere, non per il significato politico ma per il contributo che potrà dare. Dall’esterno è una cosa che può incuriosire ma noi l’abbiamo vissuta in modo molto naturale».