Arcisate, posti a rischio: i lavoratori Cavalca non cedono

Presidio fuori dall’azienda. Sono 26 le posizioni traballanti

Un momento del presidio

Un momento del presidio

Arcisate (Varese), 7 giugno 2019 - Hanno scioperato  per tutto il giorno i ventisei lavoratori di Cavalca, marchio storico dell’abbigliamento in Valceresio. Lo hanno fatto all’esterno del negozio di Brenno di Arcisate. Un’attività che rischia di scomparire, dopo che la nuova proprietà ha annunciato la decisione di chiudere i battenti entro fine luglio. Le ultime retribuzioni sono state correttamente pagate ma i lavoratori chiedono certezze su Tfr e ferie arretrate, nella speranza che ci siano margini per ripensare la decisione e scongiurare i licenziamenti. Segue il caso per Valentina Calafiore (Filcams-Cgil): "Manifestiamo per cercare di trovare soluzioni sul futuro occupazionale dei dipendenti e per chiedere tutele e garanzie. Al momento non ci sono prospettive per accordi con la proprietà".

La rabbia e gli slogan dei lavoratori sono accompagnati dalla partecipazione della gente comune, tra i quali tanti clienti che hanno voluto dare solidarietà ai dipendenti, in maggioranza donne. C’è chi lavora qui da pochi anni ma anche chi ha vissuto per decenni la storia dell’azienda. Si vede anche il segretario provinciale della Cgil Umberto Colombo. "Chiediamo ci sia la ripresa della trattativa. È l’ennesima crisi che si sta scaricando nel nostro territorio sulle spalle di lavoratrici e lavoratori. Auspichiamo che ci sia un acquirente che possa dare continuità a questa storica azienda".

Sul caso regna tanta confusione dopo i numerosi passaggi aziendali degli ultimi mesi. E così durante il presidio sono stati esposti cartelloni per riassumere in breve le tappe della vicenda. Tutto ha inizio a dicembre quando la proprietà storica cede le quote a una società, che in seguito le passa a una seconda società, con lo stesso nome ma a responsabilità limitata semplificata. Quindi quest’ultima distacca negozio e personale a un altro soggetto, nato solo pochi giorni prima. Si arriva poi a maggio con l’apertura della procedura di licenziamento collettivo. Ultimo capitolo solo pochi giorni fa, quando emergono da parte delle due società coinvolte posizioni molto differenti su quanto accaduto.

Tema su cui si è espresso il consigliere regionale Samuele Astuti. "Ci auguriamo – dice l’esponente Pd – che la giustizia faccia al più presto il suo corso e chiarisca le responsabilità nei diversi passaggi societari degli ultimi mesi. Non si può tollerare il gioco dello scaricabarile". Al presidio ha partecipato il consigliere regionale della Lega Emanuele Monti. "Faremo il possibile – ha detto – per salvaguardare i posti di lavoro. Giovedì 13 abbiamo invitato tutte le parti coinvolte in audizione nella commissione regionale Attività Produttive". In attesa di risposte da Milano la questione è approdata anche a Roma, con il senatore “dem” Alessandro Alfieri che ha presentato un’interrogazione urgente al ministro Di Maio chiedendo un intervento del governo. Nel pomeriggio si è tenuto poi un incontro col sindaco. "Abbiamo chiesto al Comune – dice Calafiore – la disponibilità di attivarsi per aiutare i lavoratori nel caso in cui non ci fossero novità positive nelle prossime settimane".