Malpensa, 25 maggio 2011 - Si accende la polemica dopo l’annuncio che Lufthansa Italia da ottobre dopo 3 anni abbandonerà lo scalo di Malpensa. Una decisione arrivata all’improvviso che ha spiazzato politici e forze sindacali più che mai preoccupate delle ripercussioni che l’addio da parte del vettore tedesco potrà provocare sul futuro dell’aeroporto varesino, per cui il territorio chiede garanzie precise anche in vista dell’Expo. La Sea minimizza e spiega che per Malpensa non ci sono rischi anche perché «Lufthansa rappresenta solo uno dei nostri 110 vettori» spiegano dalla società di gestione aeroportuale precisando ancora che «le destinazioni effettuate dal Lufthansa Italia sono già coperte da altre compagnie». Nessun dramma dunque anche perché, sempre da Sea fanno sapere che «nel 2010 Lufthansa Italia ha rappresentato il 3% del fatturato del gruppo con 1,2 milioni di passeggeri su 18 milioni complessivi».

Un volume di traffico che potrà essere recuperato con altri vettori già operanti sullo scalo varesino. La posizione di Sea non è condivisa dalle forze sindacali che temono invece ripercussioni sull’occupazione. «Dal de-hubbing di Alitalia – spiega Nino Cortorillo, segretario della Filt Cgil Lombardia – gli scali di Milano e Linate hanno affrontato crisi senza confronti». Inoltre «le attese sulle liberalizzazioni dei voli in particolare quelli legati agli accordi bilaterali hanno visto il governo e le istituzioni locali muoversi con timidezza e ritardi. E ancora dopo 18 mesi si attende di sapere se Singapore Airlines ha avuto via libera per operare su Malpensa». Anche Onorio Rosati, segretario generale della Camera del lavoro manifesta «forte preoccupazione di fronte alla prospettiva di un ridimensionamento di Malpensa». Per Roberto Rosi, segretario generale Fit Cisl «la perdita di passeggeri è recuperabile, mentre il comune di Milano è capace di chiedere i soldi ma non ha aiutato lo sviluppo di Malpensa».

Il tema “caldo” entra subito nella campagna elettorale dei due sfidanti alla poltrona di sindaco di Milano, Giuliano Pisapia e Letizia Moratti. Per Pisapia «è un brutto colpo per Milano e tutta l’Italia», ma il candidato del centrosinistra sottolinea anche che la decisione del vettore tedesco «è segnale di sfiducia che a livello europeo si ha nei confronti del centrodestra e dell’attuale sindaco di Milano». E annuncia impegno per sviluppare Malpensa e Linate. Letizia Moratti replica: «Bonomi confermerà che tutti i piani di Sea sono confermati. Io mi sono sempre battuta per Sea e Malpensa. E nonostante momenti di difficoltà siamo riusciti a far decollare Sea».

C'è preoccupazione anche nel territorio varesino che già ha subito tre anni fa gli effetti del de-hubbing dopo l’addio di Alitalia. Preoccupati sono i sindaci e anche i sindacati, mentre si chiedono garanzie per lo sviluppo di una realtà che è anche un prezioso volano economico per il territorio. «Non si può perdere il lavoro fatto per riportare traffico a Malpensa – dice Mauro Cerutti, sindaco di Ferno — l’aeroporto ha un ruolo strategico e bisogna continuare con azioni che mantengano questo ruolo, portando altri vettori».