Violenze sui medici, un’emergenza La sicurezza passa dagli investimenti

Il 30% dei camici bianchi riconosce nella situazione organizzativa uno dei fattori che favorisce la tensione

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di Roberto Canali

Un fenomeno sempre più preoccupante quello legato alle aggressioni ai danni degli operatori sanitari, dentro e fuori gli ospedali, al centro di uno studio di Epimed, il Centro Ricerche in Epidemiologia e Medicina preventiva dell’Università dell’Insubria. La ricerca finanziata da Inail è stata compiuta grazie alla collaborazione dell’Asst Sette Laghi di Varese, l’Asst Lariana di Como e Ats Insubria. "Abbiamo mappato le aggressioni avvenute tra il 2015 e il 2020 - spiega Marco Ferrario, professore di Medicina del Lavoro presso Epimed e ideatore del progetto - Quindi è stato definito un nuovo standard per la segnalazione e il monitoraggio degli eventi, contestualmente è stata implementata una piattaforma web per la raccolta centralizzata ed integrata dei dati. Infine, dopo un capillare coinvolgimento delle strutture coinvolte, questa nuova procedura è stata applicata alle ASST partecipanti". Grazie al nuovo sistema le segnalazioni delle aggressioni avvengono in modo più rapido rispetto al passato.

"La metà delle segnalazioni avviene entro un giorno dall’evento stesso – sottolinea la dottoressa Rossana Borchini, medico del lavoro di Asst Lariana - Vi è una maggiore tendenza da parte degli operatori a riconoscere le molteplici forme di violenza di cui un evento si compone: ad esempio, nell’85% delle violenze verbali è riconosciuta anche una componente fisica o di minacce, molestie e intimidazioni. Meno di 1 episodio su 10 viene segnalato ad Inail o all’autorità giudiziaria, indice che gli operatori ci notificano anche gli eventi che non comportano conseguenze dal punto di vista infortunistico. Tuttavia, un terzo degli operatori aggrediti riferisce ripercussioni a livello psicologico". Tra i fattori determinanti le aggressioni un ruolo importante è legato alla stress da lavoro e la carenza di personale. "Il 30% degli aggrediti riconosce nella situazione organizzativa uno dei fattori agevolanti l’aggressione. Le analisi indicano chiaramente come i reparti dove si osservano il maggior numero di agiti aggressivi siano quelli caratterizzati da maggiore turn-over e riduzione di personale. Questi aspetti organizzativi necessitano quindi di una particolare attenzione per programmare efficaci interventi di prevenzione".