Violenta minorenne in spiaggia I carabinieri delle Cinque Terre incastrano maghrebino di 30 anni

È un marocchino residente in un piccolo Comune del Varesotto, l’auto della violenza sessuale avvenuta lo scorso 1° agosto a Monterosso. Grazie al sistema di videosorveglianza del comune ligure, i carabinieri sono riusciti a dare un nome all’aggressore e a rintracciarlo. Si tratta di un marocchino trentenne che vive e lavora in provincia e nei confronti del quale nei giorni scorsi, è stato notificato un ordine di custodia cautelare in carcere con l’accusa di violenza sessuale. L’episodio era avvenuto la notte dell’1 agosto. Il ragazzo, più grande della donna, una sedicenne, dopo averla avvicinata e averla convinta a seguirlo in spiaggia, si era fatto sempre più insistente allungando le mani sulle parti intime della turista, palpeggiandola a forza.

La ragazza terrorizzata era riuscita a scappare e si era rivolta ai carabinieri della stazione marittima per denunciare i fatti. Il 22 dicembre scorso, difesa dall’avvocato di fiducia Gabriele Dallara che l’ha assistita anche sul piano umano in questa delicatissima vicenda, era stata ascoltata dal giudice delle indagini preliminari Mario De Bellis, nell’ambito dell’incidente probatorio chiesto dal pubblico ministero Monica Burani.

Le indagini si sono risolte grazie al sistema di videosorveglianza del comune ligure e soprattutto grazie alla costanza delle indagini dei carabinieri, che hanno permesso di ricostruire minuziosamente gli eventi di quella sera e permesso all’ autorità giudiziaria di valutare gli elementi raccolti contro lo straniero che hanno portato poi al provvedimento restrittivo. Il giovane è stato individuato in un paese in provincia di Varese, dove vive stabilmente e lavora regolarmente. Il nord africano è stato raggiunto e arrestato dai militari monterossini e dai colleghi della compagnia della Spezia. I militari hanno ricostruito tutte le fasi della serata vissuti e narrati dalla donna con notevoli e comprensibili difficoltà. Descrizioni minuziose che hanno permesso di giungere all’identificazione del responsabile, Said Khouya, di origini marocchine ma residente in Italia da anni. Il giovane, su ordine del magistrato, è stato condotto nella casa circondariale spezzina di Villa Andreino. Ch.S.