Venti sportelli bancari chiusi. E il trend prosegue

Il bilancio della First Cisl dei Laghi che guarda preoccupata all’anno in corso

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Nel 2021 sono stati 20 gli sportelli bancari a chiudere in provincia di Varese. Un dato che prosegue sulla scia degli anni precedenti, confermando un trend che si protrae ormai da una decina d’anni. Alla base delle chiusure c’è soprattutto la continua evoluzione dei gruppi bancari, tra fusioni e aggregazioni. Capita così che nelle città venga chiusa una filiale se in zona era già presente una dello stesso gruppo, ma il fenomeno riguarda anche i comuni più piccoli, creando una "desertificazione bancaria" che porta in diversi casi i clienti a doversi spostare nei centri vicini. A tracciare il bilancio di questo inizio 2022 è la First Cisl dei Laghi, categoria sindacale dei bancari, che guarda con preoccupazione all’anno in corso. Ad allarmare sono le voci circa la possibile fusione tra Unicredit e Banco Bpm: in parecchi centri del varesotto sono presenti filiali di entrambi i gruppi. Ma a portare qualche prospettiva positiva in un mondo che teme anche gli effetti dei venti di guerra dell’est ci pensa il Pnrr. I fondi europei vengono visti dalla Cisl come una grande opportunità: "Serve uno sforzo per coordinare banche, associazioni di categoria, commercianti e istituzioni per creare un tavolo provinciale al fine di utilizzare al meglio il piano europeo", dice il segretario della First Cisl dei Laghi Alberto Broggi.

Le risorse in arrivo potranno aiutare le banche nel sostegno all’economia locale, e saranno necessarie professionalità sempre più preparate per accompagnare le aziende nei percorsi di transizione ecologica e digitale. "Figure che dovranno essere formate – aggiunge Gianni Vernocchi, responsabile comunicazione First Cisl dei Laghi – dalle nostre università italiane e anche da quelle della vicina Svizzera". L.C.