Varese: miele, salta metà della produzione

Al rischio il nettare d’acacia Dop. Fioriture salve solo in Valdumentina

Operazioni di smielatura

Operazioni di smielatura

 Varese, 1 giugno 2019 – La produzione del miele d’acacia varesino è a rischio. Il maltempo di questa primavera ha messo in ginocchio uno dei fiori all’occhiello del settore agroalimentare della provincia. La variabilità del tempo atmosferico incide molto su questo tipo di fioritura, che è al suo massimo tra fine aprile e la metà inoltrata di maggio. Un periodo che è stato caratterizzato quest’anno da un freddo anomalo, con temperature mattutine molto rigide, a cui si sono aggiunte poi pioggia e meteo inclemente. «Non abbiamo ancora i dati ufficiali sulle produzioni 2019 – commenta il presidente del Consorzio qualità miele varesino Emilio Ballinari – di certo però i presupposti sono tutt’altro che positivi».

Il fenomeno non riguarda solo varese: a livello nazionale si stimano perdite di produzione tra il 50 e il 70%. La speranza è che qualche produttore sia riuscito a salvare almeno alcune cassette, per esempio nelle zone più alte del nord della provincia, come in valdumentina, dove la fioritura è ancora presente. Ma a giudicare dalle prime testimonianze degli apicoltori la sensazione è che la maggior parte della produzione sia compromessa. si spera ora in un’estate con un clima meno altalenante, per salvaguardare le altre produzioni annuali. In ogni caso sarà un danno importante per un territorio tra i più importanti in italia per la produzione di miele, e in particolare proprio dell’acacia, resa possibile dalla particolarità delle essenze floreali presenti nella zona dell’insubria, che attrae produttori anche da altre zone. «Molti apicoltori provenienti da fuori provincia spostano qui le arnie temporaneamente per riprodurre», spiega ballinari.

Tra un paio di settimane sarà possibile effettuare una prima stima delle perdite economiche, quel che è certo fin d’ora è che sono davvero tanti i produttori coinvolti. oltre al consorzio che raggruppa una trentina di associati professionisti bisogna infatti considerare i circa 400 iscritti all’associazione produttori apistici della provincia di varese, professionisti e hobbisti, tra i quali molti semplici appassionati che realizzano produzioni minime. Al miele di acacia tradizionale si affianca il nettare a marchio dop, con una decina di produttori sparsi da nord a sud della provincia che seguono un rigido disciplinare. La denominazione di origine protetta è stata ottenuta nel 2014 e le prime produzioni sono iniziate l’anno seguente. del momento di difficoltà del settore si è interessata anche la deputata varesina maria chiara gadda (foto), capogruppo Pd in commissione Agricoltura. «La situazione è drammatica – commenta – per fronteggiare questa emergenza servono risposte immediate per il ristoro ai produttori danneggiati ma soprattutto sono necessarie politiche di medio e lungo termine».