Varese all'Unesco: baci, abbracci e strette di mano siano patrimonio dell'umanità

Parte dalla città la proposta di iscrivere al patrimonio immateriale i gesti che ci sono più mancati

Tra gli effetti negativi della pandemia, il pericolo che si è annidato nell’intimità

Tra gli effetti negativi della pandemia, il pericolo che si è annidato nell’intimità

Varese, 18 giugno 2020 - Parte da Varese una proposta indirizzata all’Unesco: la richiesta è quella di iscrivere la stretta di mano, l’abbraccio e i baci di saluto nel patrimonio immateriale dell’umanità. A firmare la missiva è il dottor Isidoro Cioffi, direttore del Dipartimento salute mentale e dipendenze dell’Asst Sette Laghi. La lettera, controfirmata dal direttore socio sanitario dell’azienda Ivan Mazzoleni, verrà inviata nei prossimi giorni al Comitato di valutazione italiano dell’Unesco per l’avvio della procedura. Tra gli obiettivi dell’agenzia specializzata delle Nazioni Unite non c’è solo la tutela dei monumenti fisici, ma anche l’attenzione verso tutte le forme espressive della creatività umana. Ecco quindi che tra i beni immateriali ad oggi riconosciuti figurano anche eventi, tradizioni e pratiche sociali.

Solo guardando all’Italia ad esempio in questi ultimi anni sono stati inseriti nella lista l’alpinismo, la tecnica dei muri a secco e l’arte della pizza napoletana. In questo spirito si inserisce la proposta che arriva da Varese, che giunge non a caso proprio in un momento storico in cui tutti abbiamo dovuto fare a meno di un gesto semplice e spontaneo come il contatto fisico con gli altri.

«In questo periodo emergenziale per la pandemia Covid-19 – spiega il dottor Cioffi – sono state necessariamente abolite le manifestazioni di saluto e affetto quali strette di mano, abbracci e baci, tanto care a noi occidentali. È noto che senza relazioni con la forza e la bellezza dell’appropriata fisicità si muore; siamo animali sociali e questo significa che esistiamo perché siamo in relazione con gli altri". Tra gli effetti negativi della pandemia dunque c’è anche quello psicologico: i comportamenti che prima erano normali ora sono diventati pericolosi, e lo stare isolati può portare a conseguenze drammatiche.

«Con questa iniziativa – aggiunge Cioffi – vogliamo richiamare l’attenzione di tutti sull’importanza della fisicità nei rapporti umani, un valore che l’emergenza pandemica non ci deve far dimenticare". La lettera si sofferma poi sulla sfera virtuale, che ha caratterizzato questi mesi in cui i rapporti personali si sono trasformati: dall’incontro di persona si è passati alla videoconferenza, dietro allo schermo di un computer o di uno smartphone. Ma qualcosa manca secondo Cioffi: "Zoom, Skype, Teams, Meeting, ecc. non hanno ancora la capacità di simulare, neanche lontanamente, quelle strette di mano, quegli abbracci, più o meno intensi, e quei baci di vicinanza affettiva che tanto ci riempiono il cuore".