Turismo, le imprese non trovano personale

Effetto lockdown: con le chiusure i lavoratori hanno cercato un’alternativa. Ora le aziende faticano a individuare i profili giusti

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di Lorenzo Crespi

Nei due anni di pandemia il comparto del turismo ha perso tante professionalità nel varesotto: i ripetuti lockdown hanno spinto molti lavoratori a cercare un’occupazione in altri settori. Ora, con la bella stagione al via, sono numerose le aziende che cercano nuovo personale ma faticano a trovare i profili giusti. Un problema di mismatch tra domanda e offerta, che gli Enti Bilaterali di Varese hanno voluto analizzare con un’indagine che ha coinvolto un campione di 104 imprese, 90 lavoratori e 9 istituti scolastici della provincia. I risultati sono stati presentati in un convegno a Ville Ponti. Lo studio si focalizza innanzitutto sull’offerta formativa del territorio, composta da 162 scuole superiori, il 17,3% delle quali propone un indirizzo di studio specifico per il turismo. In media l’83% degli studenti provenienti da questi istituti trova lavoro entro 2 anni dal diploma. Importante in questo percorso lo strumento dei Pcto (ex alternanza scuola-lavoro), che rappresenta un vero e proprio investimento per il sistema imprenditoriale. Un’opportunità cruciale, a fronte del fatto che ben il 66,3% delle imprese intervistate considera l’attuale offerta formativa scolastica non pienamente adeguata alle proprie esigenze (per il 54,8% "poco" e per l’11,5% "per niente"). La maggior parte di esse, infatti, la ritiene "sufficiente, ma dopo un periodo di ulteriore formazione interna" (59,6%), dato confermato dagli stessi lavoratori, per la gran parte dei quali "ha fornito solamente le basi per l’esercizio della professione" (35,6%) o "non è stata propedeutica al lavoro svolto attualmente" (31,1%).

Sul fronte delle assunzioni invece quasi la metà (48,1%) delle imprese turistiche intervistate prevede di assumere nuovo personale nel corso del 2022, in modo particolare nel settore ristorazione. I profili più ricercati riguardano i giovani under 30 (63,5%), con qualifica o diploma di istituto tecnico o professionale (51,9%), prevalentemente in ambito turistico-alberghiero (87,5%) . Ma si cercano anche persone al primo impiego (31,7%). Per favorire la riduzione del gap tra domanda e offerta la soluzione suggerita dallo studio è quella di promuovere un più ampio dialogo tra scuola, imprese e istituzioni, in modo che si crei maggior corrispondenza tra i profili formati e quelli ricercati.