Coronavirus, la paura moltiplica le truffe online

Email con finte cure e forme di prevenzione al Covid-19: così i cybercriminali informatici attaccano password e conti correnti bancari

Un dipendente in smart working

Un dipendente in smart working

Brunello (Varese), 11 maggio 2020 - Covid-19, virus, cure, informazioni, prevenzioni. Sono le parole più diffuse durante l’emergenza coronavirus la chiave di accesso scelta dai criminali informatici per accedere a informazioni personali e conti correnti bancari. Per cadere nella rete basta aprire un’email con oggetto uno di questi termini, spesso in inglese.

CybergON, la divisione dedicata alla protezione dei dati di Elmec Informatica - 700 dipendenti, un fatturato di 114 milioni di euro, 10 sedi in Italia di cui 7 in provincia di Varese tra Brunello e Gazzada - ha analizzato le email di phishing (la truffa online per carpire dati personali) più diffuse ai tempi del coronavirus. Come segnalato dal CERT-PA (Computer Emergency Response Team per la pubblica amministrazione – ora CSIRT), gli attacchi informatici tramite messaggi di posta elettronica hanno avuto inizio dai primi giorni di marzo e sono proseguiti per i due mesi successivi nei quali si è avuto un picco di infezioni. 

«Si tratta di malware in circolazione ormai da anni e che ciclicamente vengono ritoccati per provare a renderli non rintracciabili da soluzioni anti-malware – è l’analisi tecnica di CybergON –. Gli oggetti delle mail non sono particolarmente fantasiosi, ma fanno leva sulla paura e sulle preoccupazioni più diffuse in questo momento".