Morazzone, tragedia di Capodanno la vita di Davide Paitoni ai raggi X

Il reparto scientifico avvia l’analisi sui reperti sequestrati a casa dell’uomo che ha ucciso a Capodanno il figlio Daniele

La zona dove è stato catturato Davide Paitoni

La zona dove è stato catturato Davide Paitoni

Passato il momento dell’orrore. Rimane il dolore e intanto non si arresta l’onda lunga delle indagini. Entrano in scena anche i carabinieri del Ris di Parma. Obiettivo definire ogni contorno, anche il minimo dettaglio della tragedia di Capodanno a Morazzone, quando Davide Paitoni, magazziniere quarantenne agli arresti domiciliari in casa del padre ha ucciso con un fendente alla gola il suo bambino Daniele, di sette anni. Ha poi raggiunto alla guida della sua auto Gazzada Schianno, dove, nell’abitazione dei genitori, vive la moglie separata, Silvia Gaggini. Ha colpito con tre fendenti, al volto, all’addome, alla schiena la donna, che è però riuscita a divincolarsi e a fuggire. Il 23 febbraio gli esperti della sezione di biologia del Ris inizieranno l’esame dei reperti sequestrati nella casa di via Cuffia a Morazzone. Il coltello da cucina usato dal padre omicida. Lo straccio infilato nella bocca del piccolo. Il nastro adesivo impiegato per chiuderla. La Procura di Varese ha affidato una consulenza tossicologica all’Istituto di medicina legale di Pavia per accertare se prima di venire ucciso il piccolo Daniele fosse stato sedato. Proseguono anche le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Varese, guidati dal colonnello Gianluca Piasentin. Nella casa dove è avvenuto l’infanticidio è stato trovato un secondo cellulare in uso a Paitoni. L’apparecchio viene ora "letto" per contestualizzare le chiamate che contiene. Nel corso delle perquisizioni nella casa di Morazzone sono stati rinvenuti anche residui di cocaina. Rimane da spiegarsi come un uomo agli arresti domiciliari abbia avuto la possibilità di procurarsela. Una dose di coca era stata sequestrata a bordo dell’auto di Paitoni.

"Il fatto - annota nell’ordinanza di custodia cautelare il giudice per le indagini preliminari di Varese, Giuseppe Battarino - di essersela procurata è indicativo della probabile violazione delle prescrizioni di divieto di contatto con persone diverse dai congiunti durante la restrizione degli arresti domiciliari se non (potrà essere oggetto di accertamento da parte del Pubblico Ministero) di evasione per contatti con lo spacciatore; altra valenza, espressiva, in negativo, della personalità dell’indagato è il sommario tentativo di precostituirsi una scusa contenuto nel messaggio vocale indirizzato al padre, in cui egli ad un certo punto dice ‘ho preso della droga, che non ho mai preso’, si intende prima di commettere l’omicidio". Davide Paitoni è detenuto nel carcere di San Vittore, a Milano, dove riceve le visite del difensore Stefano Bruno. Le indagini dei carabinieri hanno risolto uno dei dubbi rimasti all’indomani della tragedia. E’ stato escluso che il padre omicida, nelle otto ore della sua fuga notturna, abbia trovato un rifugio o ricevuto aiuto da altri.