Tragedia alla ditta Bandera: sei gli indagati

Al vaglio della Procura le ipotesi di omicidio colposo e presunti omessi controlli alla sicurezza

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Proseguono gli accertamenti per risalire alle cause della drammatica morte di Christian Martinelli, 49 enne di Sesto Calende, la cui vita è stata spezzata due giorni fa a Busto Arsizio, dove a tradirlo è stata un’alesatrice. Sei gli indagati a vario titolo per presunti omessi controlli alla sicurezza ed omicidio colposo, le cui posizioni sono ora al vaglio della Procura di Busto Arsizio. Martedì l’autopsia decreterà cosa abbia provocato il decesso di Martinelli, trascinato dalla macchina per un braccio, su fino alla schiena tanto da riportare una profonda ferita ad un fianco, e poi stroncato da un arresto cardiaco sopraggiunto mentre stava per entrare in ospedale. Chiamati in causa come presunti responsabili della sua morte sono i vertici dell’azienda, una grossa realtà bustocca nella quale Christian lavorava da oltre 20 anni, "felice e fiero" come ha sottolineato sua moglie Sara, rimasta sola con due bambine piccole, e i responsabili della sicurezza. I macchinari come quello su cui lavorava Martinelli sono (o dovrebbero essere) dotati di dispositivi di sicurezza. Questi ultimi potrebbero non aver funzionato o, ma stiamo davvero parlando di ipotesi, essere stati disattivati da qualcuno.

Tre le morti in meno di 48 ore ad aver stravolto l’Italia, segno di un grave dramma che però sembra non avere fine. Già a partire dall’altro ieri i colleghi dell’operaio deceduto hanno presenziato davanti ai cancelli dell’azienda prima e poi davanti alla Prefettura di Varese, ieri. Le mobilitazioni erano state annunciate dai sindacati. Le perizie sul macchinario sequestrato dalla Procura, così come l’autopsia e le testimonianze dei colleghi della vittima, saranno la chiave per stabilire cosa abbia provocato la morte di un lavoratore, marito e padre, con tutta la vita davanti. Valentina Rigano