Allarme terrorismo, "L'investitura dello jihadista nell'appartamento di Brunello"

Uno degli arrestati ricevette in dono la veste del foreign fighter morto in Siria. Spuntano gli "imam di Varese" e "il turco" nel progetto del viaggio di ANDREA GIANNI

Da sinistra, Abderrahmane e Oussama Khachia

Da sinistra, Abderrahmane e Oussama Khachia

Varese, 30 aprile 2016 - Una sorta di investitura simbolica, un passaggio di testimone tra il "martire" Oussama Khachia morto in Siria e l’aspirante foreign fighter Abderrahim Moutaharrik, kickboxer di Lecco, ebbe luogo nell’appartamento di Brunello dove vive la famiglia Khachia. Un episodio che, per gli inquirenti, avrebbe "rafforzato la volontà" di Moutaharrik e di Abderrahmane Khachia, fratello minore di Oussama, di partire per la Siria. Entrambi sono stati arrestati giovedì, nell’ambito di un’operazione anti-terrorismo.

Ospite a Brunello, come emerge dalle conversazioni intercettate dalla Digos, il kickboxer ebbe "l’onore" di dormire nel letto di Oussama. E il padre di Oussama e Abderrahmane Khachia, Brahim, gli donò la "kandura bianca", la veste indossata dal figlio "martire" durante le funzioni religiose. Un gesto che colpì l’esperto di arti marziali lecchese, originario del Marocco. Tanto che alla moglie avrebbe manifestato la volontà di partire per le terre del Califfato "solo con il suo vestito lungo bianco, senza un euro ma solo con il suo orgoglio". Il padre di Oussama e Abderrahmane Khachia attualmente si trova all’estero, forse in Marocco. Non è tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere ma, nelle conversazioni intercettate, sembrerebbe non opporsi all’estremismo dei figli. Lo scorso 6 febbraio Abderrahmane, intercettato dalla Digos, dice all’amico kickboxer: "Giuro me lo diceva mio padre, devi scegliere la tua strada, lui l’aveva già scelta (...) lui diceva che è uscito dal buio e ha trovato la luce, meno male che Dio ci ha svegliati e ci ha messo in questi tempi, tempi di divertimento ad uccidere".

Un appoggio, secondo le accuse, che si spingerebbe anche nell’offrire contatti per l’organizzazione del viaggio verso la Siria. In questo contesto spuntano le figure di "imam di Varese" (non identificati) e di un "turco" in grado di offrire supporto logistico. Khachia, scrive il gip Manuela Cannavale nell'ordinanza di custodia cautelare, rassicura Moutaharrik "poiché, grazie alle amicizie sue e del padre attraverso gli imam di Varese, loro sarebbero comunque in grado di raggiungere la Siria senza alcun problema". E spiega, in un’altra conversazione, "che suo padre Brahim, attraverso la collaborazione di un cittadino turco, residente in Turchia, potrebbe garantirgli il raggiungimento della Siria". A differenza degli imam, il "turco" è stato identificato analizzando il profilo Facebook del 23enne. Il tentativo di organizzare il viaggio tramite le conoscenze della famiglia di Brunello, però, non andò a buon fine. Dall’inchiesta, quindi, sembra emergere una "zona grigia" di persone legate dall’adesione a un ideale. Oussama Khachia, che morì in Siria, in alcuni ambienti è considerato un martire. L’esaltazione della sua figura emerge da alcuni particolari: alcuni amici di Abderrahim Khachia pubblicano come foto del loro profilo Facebook uno scatto del fratello maggiore Oussama, in onore dell'operaio di Brunello divenuto "martire".