Caso tangenti, a Gallarate la biciclettata di Pd e M5S: "Il sindaco si dimetta"

Secondo gli organizzatori erano circa 200 i partecipanti alla manifestazione per la legalità

I circa duecento partecipanti sono tornati  a chiedere l’azzeramento della giunta comunale

I circa duecento partecipanti sono tornati a chiedere l’azzeramento della giunta comunale

Gallarate, 13 maggio 2019 - Si è svolta ieri mattina a Gallarate la “Biciclettata della legalità”, manifestazione promossa dal Pd di Gallarate dopo lo tsunami dell’inchiesta milanese sulle tangenti, che ha coinvolto anche il Varesotto e portato in carcere Nino Caianiello, il plenipotenziario di Fi in terra varesina e l’ ex assessore all’Urbanistica di Gallarate Alessandro Petrone (il sindaco Andrea Cassani gli ha subito revocato le deleghe).  Secondo gli organizzatori erano circa 200 i partecipanti: al gruppo dei ciclisti davanti a Palazzo Borghi infatti si sono aggiunti altri gallaratesi a dare sostegno all’iniziativa. I partecipanti sono partiti dal locale gallaratese definito da Caianiello il suo «ambulatorio», dove teneva gli incontri, e sono arrivati davanti al municipio. Il messaggio della protesta affidato allo striscione, «Pgt: piano di governo delle tangenti». Alla manifestazioni erano presenti il capogruppo Pd in consiglio comunale Giovanni Pignataro, l’ex sindaco (centrosinistra) Edoardo Guenzani, il senatore Pd Alessandro Alfieri, Paola Macchi consigliere regionale del Movimento5Stelle, Cinzia Colombo (Sinistra per Gallarate). Un segnale forte lanciato con l’iniziativa chiedendo le dimissioni del sindaco Cassani.  Il primo cittadino gallaratese che non è in alcun modo indagato, è stato ascoltato l’altro giorno in Procura come persona informata dei fatti. Dai documenti dell’indagine emerge che è stato un ostacolo al sodalizio criminoso, come sottolineato dallo stesso Cassani nella conferenza stampa dei giorni scorsi, nella quale ha ribadito di avere la schiena dritta. Partito democratico e Città è Vita hanno invece presentato una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco e richiesto la convocazione urgente del Consiglio comunale con due punti all’ordine del giorno:l’eliminazione della variante del Pgt, seguita dall’ex assessore finito in carcere, e l’impegno per sindaco e giunta a dimettersi.  La variante, ha sottolineato Pignataro, capogruppo del Pd, secondo quanto emerge dall’inchiesta era «strumento per realizzare gli accordi sulle tangenti». E Petrone era uomo di fiducia di Caianiello. «È il momento più buio per Gallarate – ha detto Margherita Silvestrini, consigliere comunale del Pd –. La città non si merita quanto sta accadendo».