Samarate, il figlio sopravvissuto potrà rientrare nella villa della strage

Il gip consente al ventitrenne Nicolò Maja l’accesso nella casa di via Torino, dove sono state uccise dal padre la mamma e la sorella minore

Nicolò Maja con i nonni e il sindaco

Nicolò Maja con i nonni e il sindaco

Potrà rientrare nella villetta in via Torino a Samarate Nicolò Maja, 23 anni, sopravvissuto alla furia omicida del padre Alessandro che il 4 maggio in quell’abitazione ha ucciso la moglie Stefania Pivetta, 56 anni, la figlia sedicenne Giulia, e ha ferito gravemente il figlio. Il gip di Busto Arsizio ha autorizzato l’accesso, la richiesta è di alcune settimane fa, l’altro giorno  la risposta affermativa. Nicolò, dopo i mesi trascorsi in ospedale dov’era ricoverato in gravissime condizioni, a metà settembre ha lasciato il nosocomio e continua la riabilitazione a casa, accanto ha i nonni materni Giulio e Ines, riferimenti preziosi. Ora con la decisione del giudice potrà ritornare nella villetta per riappropriarsi degli effetti personali, un altro passo per recuperare la normalità dopo la tragedia.

Il giovane dovrà essere accompagnato dai carabinieri e da un team di specialisti che lo aiuterà a gestire lo stress correlato al rientro in quell’abitazione da dove era uscito con scarse probabilità di sopravvivere per la gravità delle ferite causate dai colpi che il  padre gli aveva inferto con un martello appena usato per togliere la vita a moglie e figlia. Ogni giorno per Nicolò è un piccolo passo in avanti. «Ci vorrà del tempo per il mio percorso di riabilitazione – ha detto alcuni giorni fa – ma sono sereno". Il padre è in carcere, accusato di duplice omicidio volontario aggravato e tentato omicidio. Il 13 gennaio comincerà il processo.