Situazione critica nei bacini lombardi nonostante la pioggia

"La condizione peggiore degli ultimi 77 anni". Il lago Maggiore ha raggiunto un riempimento del 41%, il lago di Como è al 63,5%

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La pioggia degli ultimi giorni non è bastata a scongiurare l’allerta per la severità idrica, anche se, secondo il bollettino dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel distretto idrografico del fiume Po, tutti i laghi lombardi hanno "aumentato il volume invasato grazie sia ad afflussi conseguenti gli eventi precipitativi sia ad alcune riduzioni dei deflussi funzionali ad aumentare il volume d’invaso". Il lago Maggiore ha raggiunto un riempimento del 41%, il lago di Como e il lago d’Iseo sono rispettivamente al 63,5% e al 77,9%, grazie anche alle deroghe al DMVDE concessa dalla Regione Lombardia.

Secondo Luigi Bertoli, direttore del consorzio dell’Adda, dati alla mano, per il lago di Como si tratta comunque della "peggiore siccità degli ultimi 77 anni". Per ovviare alla carenza d’acqua, nelle scorse settimane sono state chiuse le paratie della diga di Olginate, limitando al minimo il deflusso: una soluzione tampone, che non potrà perdurare, però, quando si entrerà nel vivo della stagione irrigua, se si vuole evitare che le colture muoiano di sete. Si stima che solo nel bacino dell’Adda passando anche per tutto il Lario e comprendendo anche gli affluenti, manchino all’appello 453 miliardi di litri d’acqua rispetto alla media degli ultimi 15 anni. Critica la situazione anche sul lago Maggiore, anche se il Parco del Ticino critica il modus operandi usato ormai dalla maggior parte dei risicoltori di preferire le coltivazioni in asciutta rispetto alla sommersione delle risaie tra Lombardia e Piemonte. Questa scelta, infatti, starebbe aggravando la crisi idrica, in quanto, dopo un inverno senza piogge, le risaie asciutte non sono in grado di alimentare le falde acquifere sotterranee. Di fatto, l’acqua non utilizzata per le risaie è persa, mentre, se fosse stata usata per allagarle, avrebbe alimentato le riserve idriche sotterranee. Il problema grosso è, letteralmente, a monte: i dati Arpa Lombardia rilevano il dimezzamento di riserve idriche. Emblematico, ad esempio, che alla stazione del lago Reguzzo (Alpi Orobie, Sondrio) la neve sia scomparsa completamente il 27 maggio, quando in media, a quella data, gli scorsi anni c’erano 240 cm di neve. Allo stesso modo nelle Alpi Retiche (settore Livigno-Dosdè-Piazzi), la neve è scomparsa il 28 maggio contro la media ventennale di neve al suolo di 170 cm.

"Maggio, mese mediamente molto piovoso e nevoso – commenta Riccardo Scotti, Servizio Glaciologico Lombardo - è l’ultimo prima dell’estate con grandi potenzialità di recupero sui ghiacciai. Purtroppo abbiamo assistito invece alla peggior configurazione barica possibile con una rapida scomparsa del manto nevoso presente a causa delle alte temperature della parte centrale del mese".