Varese, torture a 15enne. Le frasi choc della baby gang: "Ti diamo fuoco"

Tutti in carcere i componenti minorenni del branco, formato da uno straniero e tre italiani

Carcere minorile Beccaria a Milano

Carcere minorile Beccaria a Milano

Varese, 24 novembre 2018 -  Tutti in carcere i quattro baby aguzzini delle Bustecche, popoloso rione di Varese: per il gip sussistono sia il pericolo di fuga - per uno dei quattro minorenni quanto meno, che sarebbe stato con le valigie in mano - sia il rischio di inquinamento delle prove, visto che il branco avrebbe minacciato attraverso i social network la vittima per convincerla a tacere.

Sono tutti in cella nel carcere minorile Beccaria di Milano i quattro minorenni varesini che lo scorso 9 novembre, a quanto accertato dagli investigatori della squadra mobile, hanno rinchiuso in un garage e torturato un quindicenne nel tentativo di estorcergli informazioni su un coetaneo che, pare, aveva accumulato con loro un debito di 40 euro per della marijuana. Le ordinanze nei confronti di tre ragazzi sono state firmate dal gip del tribunale dei minorenni su richiesta della procura competente e sono state eseguite ieri dagli agenti della squadra mobile. Un quarto ragazzo era stato fermato lo scorso martedì, ma la notizia è emersa solo adesso. Ai ragazzini, tutti tra i 14 e i 15 anni, è stato contestato il reato di tortura. Uno di loro è di origini ivoriane, mentre gli altri sono italiani: frequentano le scuole medie o la prima classe delle superiori.

«Il quindicenne rapito – si legge in una nota diramata dalla procura dei minori – dopo essere stato legato a una sedia con cavi di acciaio, è stato a più riprese percosso dai quattro giovani indagati. Spogliato, a torso nudo e senza scarpe, gli è stata versata addosso acqua gelida e sapone liquido sugli occhi, gli è stato mostrato un coltello, la cui lama gli è stata appoggiata sulla mano immobilizzata, minacciandolo di tagliargli un dito. Alcuni colpi gli sono stati inferti con un bastone ferrato». Inoltre, «uno dei sequestratori si è temporaneamente assentato, promettendo di ritornare con i pitbull di una parente, per aizzarli contro la vittima», alla quale sarebbe stato «avvicinato un accendino con una bomboletta di gas minacciando di dargli fuoco. Più volte - prosegue la ricostruzione - il giovane è stato minacciato di essere trattenuto nel garage ad oltranza, fino alla sua morte». 

Gli agenti della Questura di Varese, coordinati dalla Procura dei Minori di Milano, hanno aperto un’inchiesta sulla vicenda. Martedì scorso i poliziotti hanno eseguito un primo fermo, nei confronti di un minore, mentre nella mattinata di venerdì altri tre ragazzini, presunti complici delle violenze, sono stati fermati e portati al carcere minorile milanese, con l’accusa di tortura. Secondo quanto emerso fino a ora, la rappresaglia nei confronti del quindicenne sarebbe scattata per un piccolo debito di droga contratto da un amico della vittima nei confronti degli aggressori. La giovane vittima sarebbe stata prelevata davanti a una scuola media di Varese e poi rinchiusa nel garage dove sono avvenute le violenze, di cui esisterebbe anche un video. Il provvedimento sarebbe scattato anche a protezione del fratellino della vittima, più piccolo di lui, a rischio di essere avvicinato e intimidito se non peggio dai quattro del branco, alcuni dei quali frequentano la stessa scuola del ragazzino.