Sequestrato e stordito con il taser "Volevano i bitcoin, ho resistito"

Manerba, la notte da incubo di un broker. Preso uno degli aguzzini, l’altro è latitante. La pista dell’ambiente di lavoro

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MANERBA (Brescia)

Ricordando quella serata, gli trema la voce. "Non c’è molto da dire, vorrei dimenticare, grazie. E mi faccia il favore di non rendermi riconoscibile". A parlare è un imprenditore attivo nel settore delle assicurazioni e della finanza vittima di una brutale rapina nella sua abitazione con scariche elettriche sparate con un taser. Un colpo organizzato per impossessarsi anzitutto dei suoi averi in criptovalute, i bitcoin, ma in tal seno sfumato. Uno dei presunti aggressori, un 25enne nordafricano incensurato, è stato fermato nell’immediatezza dei fatti mentre tentava di dileguarsi a piedi. Ora è in cella per rapina pluriaggravata. Il complice, un connazionale che si ritiene l’organizzatore del raid, è riuscito a scappare.

Era il 7 agosto quando il broker-assicuratore – studio a Brescia, residenza a Manerba del Garda, a sua volta straniero– ha vissuto uno dei suoi peggiori incubi. "Mi sono entrati in casa dal retro, e una vicina li ha pure visti – ricorda – inizialmente non erano incappucciati. Si sono coperti dopo. Mi hanno aspettato all’interno". Appena il malcapitato ha aperto la porta si è trovato braccato. Picchiato, le mani immobilizzate con fascette elettriche da elettricista. Non solo: i banditi, che avevano fatto irruzione muniti di guanti in lattice, ricetrasmittenti e uno storditore elettrico, hanno preso a colpirlo dappertutto con il taser con l’obiettivo di farsi consegnare i bitcoin. "Io ho resistito" dice il trentenne, ancora scosso al pensiero. "Non ho eseguito alcuna transazione digitale, e alla fine non sono arresi. Quella è gente che non ne capisce di queste cose". Dopo lunghi attimi di terrore ("Vivo da solo, nessuno poteva aiutarmi") gli aggressori sono scappati con un paio di bracciali in oro e un Iphone.

Uno - il venticinquenne appunto, un giovane che si recente si era trasferito da Londra a Brescia dove vivono i famigliari - è stato fermato a trecento metri dell’abitazione del broker mentre cercava di dileguarsi a piedi. Addosso aveva le fascette da elettricista, e la ricetrasmittente gemella di quella abbandonata nella casa della vittima, che peraltro avrebbe ha riconosciuto. Assistito prima all’avvocato Luigi Becheri e ora dal collega Felice Arco, il ragazzo davanti al gip si è avvalso della facoltà di non rispondere. È in cella per rapina pluriaggravata. Il complice, invece, che si sospetta sia un ex collaboratore dell’assicuratore, è tuttora latitante.

Beatrice Raspa