Sequestrati 4,5 milioni di euro all’imprenditore Zanga

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I finanzieri del Comando provinciale di Milano hanno eseguito ieri un sequestro preventivo di beni per un valore di circa 4.5 milioni di euro, per l’esattezza 13 fabbricati e 27 terreni tra le province di Bergamo e Brescia, gran parte dei quali di proprietà di una società di capitali riconducibile all’imprenditore bergamasco Pierino Zanga, arrestato nel 2016 nell’ambito di uno dei filoni dell’indagine della Dda su un sistema di presunte tangenti per “oliare“ l’assegnazione di subappalti di opere pubbliche in Lombardia, tra cui quella per il collegamento ferroviario tra il Terminal 1 e il Terminal 2 di Malpensa. Il sequestro, disposto dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale guidata da Fabio Roia su richiesta del pm Bruna Albertini, riguarda anche il capitale sociale e il patrimonio di una società proprietaria di un’azienda operante nel settore della ristorazione ed organizzazione eventi, concessa in affitto a terzi (non coinvolti). Zanga è stato definitivamente condannato per i reati di associazione per delinquere, trasferimento fraudolento di valori, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, bancarotta fraudolenta e reati di natura fiscale. Nel prosieguo delle attività investigative, l’imprenditore, insieme alla moglie, è stato altresì condannato, in via definitiva, per fatti di riciclaggio. A carico di Pierino Zanga, imprenditore bergamasco attivo nel settore edile e dei subappalti di opere pubbliche, ci sono "elementi di pericolosità sociale" per un "periodo accertato giudizialmente", con condanne che vanno dall’ipotesi di corruzione a quella di riciclaggio fino all’evasione fiscale, "dal 2003 e fino al 2015 compreso".

Una parte delle "risorse – scrivono i giudici – veniva definitivamente distratta dallo Zanga che la utilizzava per impiegarla in altre sue attività collaterali come l’apertura della ‘Locanda Armonià", una "splendida tenuta adibita a sala ricevimenti" con ristorazione che si trova a Trescore Balneari in affitto ora a "terze persone" non coinvolte nell’indagine. Dagli atti risulta che, tra le altre cose, Zanga avrebbe messo in atto "operazioni" fittizie per destinare a Locanda Armonia oltre 140mila euro nel 2015 attraverso una serie di società a lui riconducibili.