Un sedativo per far fuori il suocero: infermiera killer, l’orrore non è finito

Saronno, sì alla riesumazione. Stessa accusa al medico suo amante

L’infermiera Laura Taroni

L’infermiera Laura Taroni

Saronno (Varese). 19 novemrbe 2017 - Ucciso con potenti sedativi, senza che se ne accorgesse, il 20 ottobre del 2013. Sarebbe questa - secondo l’accusa - la sorte toccata a Luciano Guerra, suocero dell’infermiera dell’ospedale di Saronno Laura, per mano sua e del suo amante e medico Leonardo Cazzaniga. La Procura di Busto Arsizio ora, vuole la verità. Guerra è stato avvelenato a morte, così come si sospetta per suo figlio Massimo e per la consuocera? Per scoprirlo il suo cadavere verrà esumato ed esaminato da esperti incaricati dall’autorità giudiziaria. Saranno settimane intense quelle degli inquirenti della provincia di Varese, impegnati nella maxi inchiesta «Angeli e Demoni» sulle morti sospette in pronto soccorso a Saronno.

Le indagini, avviate due anni fa dopo la denuncia di due infermieri del pronto soccorso in provincia di Varese, il 29 novembre avevano portato in carcere l’allora viceprimario del Pronto soccorso Leonardo Cazzaniga e la sua amante, l’infermiera Laura Taroni. Il primo è accusato di quattro morti in corsia e, in concorso con Taroni, degli omicidi del marito della donna, di sua madre e, in ultimo, di suo suocero. Gli inquirenti hanno scavato a fondo nell’attività del medico, sospettato di aver portato alla morte i suoi pazienti (quattro fino ad ora i casi sotto la lente, ma sono a decine le cartelle cliniche sottoposte al vaglio dei consulenti della Procura) somministrandogli cocktail letali di farmaci, secondo un suo personale protocollo di intervento che lo stesso medico aveva ribattezzato “protocollo Cazzaniga”.

Insieme alla sua amante, Laura Taroni, Cazzaniga è sospettato di aver ucciso anche Massimo Guerra, Maria Rita Clerici e Luciano Guerra, rispettivamente marito, madre e suocero dell’infermiera. I primi due decessi, avvenuti in casa, erano già allo studio degli inquirenti al momento dell’arresto della coppia, sebbene per la morte della madre il gip avesse respinto la richiesta di misura cautelare. Per la morte di Luciano Guerra ,invece, la Procura di Busto Arsizio ha accusato formalmente Taroni e Cazzaniga solo lo scorso 2 febbraio, dopo un interrogatorio fiume dell’infermiera reso nel carcere di Como.

Secondo gli investigatori, Cazzaniga e Taroni avrebbero somministrato a Luciano Guerra medicinali anestetici prelevati dall’ambulatorio del pronto soccorso, senza alcuna indicazione e necessità terapeutica, provocandone la morte «approfittando di circostanze di tempo, di luogo e di persona tali da ostacolare la privata difesa dell’uomo, per mezzo di sostanze venefiche». Gli viene contestata anche l’aggravante di avere agito contro un parente. Per far luce sulle cause della sua morte, tramite un’autopsia sul cadavere che verrà riesumato nelle prossime settimane, la Procura di Busto Arsizio ha incaricato il professor Francesco Introna, direttore della scuola di specializzazione di Medicina legale dell’università di Bari. Parallelamente a lui lavorerà il tossicologo Franco Tagliaro. Il 27 febbraio i due specialisti saranno incaricati formalmente.