Saronno, una parola e un bicchiere di troppo hanno scatenato la rissa mortale

Il titolare del bar, accusato di aver aggredito Francesco Costa, ha ammesso le sue responsabilità davanti al gip della Procura di Busto

Francesco Costa, la vittima

Francesco Costa, la vittima

Saronno (Varese) - Ha risposto a tutte le domande da parte del giudice per le indagini preliminari il 51enne di Saronno arrestato con l’accusa di omicidio preterintenzionale nei confronti di Francesco Costa.

Michele La Mura, titolare di un bar a gestione familiare in via Varese a Saronno, non si è tirato indietro di fronte alle domande di Piera Bossi, della Procura di Busto Arsizio che gli ha chiesto di raccontare quanto accaduto sabato 8 gennaio in una zona semicentrale della città. Durante l’interrogatorio di garanzia è emerso che l’uomo ha agito di impulso andando a colpire due persone che poco prima di erano introdotte nel suo bar cominciando una discussione con la figlia, presa poi a male parole. I due amici, fra cui Costa, erano alticci e sono entrati nel locale probabilmente per cercare la rissa verbale o comunque una discussione con i gestori del locale, trovando una ragazza dietro il bancone, poi ricoperta di insulti. Quindi sono usciti tornando poi in zona per recuperare l’auto parcheggiata poco più in là.

Nel frattempo la ragazza aveva avvertito il padre di quanto accaduto scatenando la reazione dell’uomo che è uscito per andare a vendicarsi. Così ha colpito con un pugno in pieno viso Francesco Costa che è poi caduto a terra, sbattendo con violenza la nuca sul suolo. Una caduta rovinosa che gli ha causato un trauma cranico, il successivo coma e quindi la morte in ospedale dopo due giorni di agonia.

L’uomo, difeso dal legale Ezio Tursi di Saronno, avrebbe quindi ammesso le sue responsabilità. "Vista la fase delicata del processo e per rispetto al dramma che sta vivendo la famiglia del proprio assistito, nonché per rispetto anche degli organi inquirenti e dell’autorità giudiziaria preferiamo mantenere il silenzio stampa", dice l’avvocato. Alla base del litigio avvenuto all’interno del bar, ci sarebbe il costo, giudicato eccessivo da parte dei due avventori, delle consumazioni effettuate.