Saronno, gli amanti killer e il parente scomodo: "Farlo fuori è la soluzione migliore"

Per Cazzaniga e la Taroni l’omicidio come via d’uscita a ogni problema

L’arresto dell’anestesista Leonardo Cazzaniga

L’arresto dell’anestesista Leonardo Cazzaniga

Saronno (Varese) - L’omicidio come modalità per risolvere tutte le situazioni. Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni, i due amanti di Saronno, ne discutono con quella che il pm Maria Cristina Ria, nella richiesta dell’ordinanza che li ha portati in carcere, definisce “disarmante tranquillità”. In un colloquio intercettato mentre si trovano in auto, nel pomeriggio del 29 febbraio di quest’anno, Cazzaniga propone di uccidere l’ex marito di una cugina della Taroni, “colpevole” di farsi mantenere dalla ex moglie. La donna risponde che si potrebbe fare se ci fosse la possibilità di portarlo in ospedale a Saronno.

Taroni: «Ma lui ce l’ha ancora... lui lavora no?».

Cazzaniga: «Sì».

Taroni: «Prende lo stipendio ma non gli dà una lira... lui mangia lì, quando fa freddo lui sta lì perché i caloriferi da lui non li fa andare ... cioè è mantenuto in tutto e per tutto quindi... cioè basta!»

Cazzaniga: «Non si potrebbe farlo fuori così, tra il chiaro e lo scuro... mica per altro ma... così».

Taroni: «Uhm... non lo so... se un giorno venisse... giù in ospedale da noi... trac! Tra il chiaro e lo scuro via, gli è venuto un infartaccio (ride) comunque adesso io che ho fatto il corso... la morte per ... la morte cardiaca improvvisa».

Cazzaniga: «Uhm».

Taroni: «E l’arresto cardiaco, sono due cose diverse! Cioè si può morire per morte cardiaca improvvisa, non solo per arresto cardiaco ma perché si mettono insieme dei componenti tipo l’embolia polmonare massiva provoca la morte impos...».

Cazzaniga: «Improvvisa».

Taroni: «Improvvisa senza però... però gli infarti».

Cazzaniga: «Ma anche la morte improvvisa elettrica».

Taroni: «Sì esatto».

Cazzaniga: «Collegata alle famose patologie no che tu sai tutto!».

Nel prosieguo della conversazione viene citata la flecainide: è uno dei principi attivi ritrovati nelle urine di Massimo Guerra, marito della Taroni, quando, nel novembre del 2011, finisce in ospedale per avvelenamento da farmaci. In due conversazioni telefoniche, intercettate attorno alle 12 del 15 giugno 2015, Cazzaniga ritene di avere individuato un ammanco di 50 euro e accusa un cugino della Taroni. «Secondo te - chiede l’anestesista alla donna, che non manifesta alcuna reazione - è normale tuo cugino? Voglio dire... non abbiamo... non abbiamo la possibilità di testimoniarlo che sia lui, possiamo solamente supporlo però è tuo cugino!| Allora lo facciamo fuori che sarebbe la soluzione migliore».