Saronno, mancate denunce e referti falsificati: "Molti sapevano, nessuno parlava"

Le accuse sono mosse a undici fra medici e dirigenti dell’azienda

I carabinieri  della compagnia di Saronno sono giunti in ospedale

I carabinieri della compagnia di Saronno sono giunti in ospedale

Saronno, 30 novembre 2016 - Indagati con l’accusa di non aver denunciato, di aver falsificato diagnosi e ancora, di aver fatto finta di nulla pur sapendo che una persona era morta per mano di una dipendente dell’ospedale. Queste le accuse mosse a vario titolo a undici persone, tutti medici e dirigenti dell’ospedale (c’è poi un carabiniere, interrogato nell’ambito del secondo filone dell’inchiesta, quella che riguarda la morte dell’ex marito di Laura Taroni), nell’ambito della maxiindagine dei carabinieri di Saronno su quattro morti sospette nelle corsie del pronto soccorso dell’ospedale, che ieri mattina ha portato alla custodia cautelare in carcere dell’ex viceprimario del Pronto Soccorso Leonardo Cazzaniga e della sua amante, l’infermiera Laura Taroni. In corsia - a quanto è emerso - molti sapevano, ma nessuno parlava.

Anzi, qualcuno avrebbe anche compilato referti falsi. Questa l’agghiacciante conclusione degli investigatori, coordinati dalla Procura di Busto Arsizio, dopo due anni di indagini sulle morti sospette. Secondo la testimonianza di almeno tre infermieri, Cazzaniga si definiva «l’angelo della morte». Avrebbe somministrato farmaci sedativi in gran quantità a pazienti che poi, in poche ore, morivano. In ospedale la sua «prassi» era oggetto di battute di spirito e pettegolezzi, così come la sua relazione con la Taroni, ormai conosciuta a tutti. Però il suo operato non era passato inosservato, tanto che sei mesi fa l’uomo era stato trasferito ad Angera. Eppure nessuno (tranne due dipendenti), aveva mai pensato di denunciarlo. Le indagini però, proprio grazie alla segnalazione di due dipendenti, sono iniziate ed hanno portato alla luce il presunto macabro gioco della morte del dottore.