Morti sospette in ospedale a Saronno, due arresti / VIDEO e FOTO

Somministrazione incongrua di farmaci a cinque persone. Gli indagati sono un'infermiera e un medico, legati da una relazione sentimentale: fra le vittime anche il marito di lei

Il medico scortato dai carabinieri

Il medico scortato dai carabinieri

Saronno (Varese), 29 novembre 2016 - Cinque morti sospette finite nel mirino dei carabinieri di Saronno: arrestati un anestesista e un'infermiera. Sono il 60enne Leonardo Cazzaniga e la 40enne Laura Taroni, entrambi residenti nel Comasco. Si spiega così il blitz mattutino dei militari al nosocomio di piazzale Borella, "blindato" dalle 9.30 di questa mattina.

I CASI - Quattro dei cinque presunti omicidi sotto la lente sarebbero stati commessi dal medico fra il febbraio 2012 e l'aprile 2013 all'interno del Pronto soccorso dell'ospedale in cui lavorava prima di essere trasferito in un'altra struttura. Le persone decedute sono pazienti anziani e malati ai quali l'uomo avrebbe somministrato dosi letali di farmaci per via endovenosa, in sovradosaggio e in rapida successione tra loro. Il quinto presunto omicidio, che secondo l'accusa è avvenuto il 30 giugno 2013, riguarda il marito dell'infermiera. Quest'ultima e il medico, legati da una relazione sentimentale, avrebbero somministrato all'uomo farmaci incongrui rispetto alle sue reali condizioni di salute, debilitandolo fino alla morte.

I FIGLI - "Se tu vuoi uccido anche i bambini". "No, i bambini, no". È una delle prime telefonate intercettate fra Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni. I carabinieri all’ascolto sobbalzano. L’uomo è nel pieno del suo delirio di onnipotenza, lei arriva a offrirgli in sacrifico i suoi due bambini, che chiama l’Angelo blu e l’Angelo rosso. Il medico la dissuade.

LE INDAGINI - Coordinate dalla Procura di Busto Arsizio e iniziate in seguito alla denuncia di un'infermiera, le indagini dei militari si sono svolte in collaborazione con il Nucleo tributario della Guardia di finanza di Varese. Sono state eseguite perquisizioni nei domicili degli arrestati, negli ospedali di Angera, Busto Arsizio e Saronno e anche nei confronti del direttore sanitario e del direttore del Pronto soccorso del nosocomio di piazzale Borella e di altri due medici in servizio nello stesso reparto. Per i primi due sono ipotizzati i reati di omissione di denuncia e di favoreggiamento personale mentre gli altri due sono accusati di falso ideologico in atto pubblico.

Inoltre, hanno ricevuto informazione di garanzia altre sette persone, fra le quali il direttore dell'azienda ospedaliera all'epoca dei fatti, il quale aveva istituito una commissione interna. Sono in corso indagini preliminari anche nei confronti di un carabiniere della compagnia di Saronno, per il quale si ipotizza il reato di omissione di denuncia in merito al presunto omicidio del marito dell'infermiera.

I consulenti medico-legali hanno esaminato otto casi trattati dall'anestesista oltre a situazioni relative ad altri pazienti: in quattro di questi è emersa la somministrazione di farmaci in misura incongrua e sarebbe stato accertato il nesso di causalità fra questa operazione e la morte dei pazienti. In altri casi, invece, è stata accertata la somministrazione incongrua di farmaci, ma gli inquirenti non hanno potuto escludere che i pazienti sarebbero morti comunque.

Dalle indagini non risulta il concorso del personale dell'ospedale di Saronno nei presunti omicidi dei pazienti.

"PROTOCOLLO CAZZANIGA" - "Ho sentito parlare (...) del protocollo Cazzaniga direttamente da lui nella misura in cui mi è capitato di sentirlo esclamare frasi tipo: a questo paziente applico il mio protocollo...". A raccontarlo, in un verbale, è uno degli infermieri sentiti dagli investigatori, che ha confermato il nomignolo che veniva attribuito agli interventi dell'anestesista arrestato insieme all'amante infermiera. Altri due infermieri, con parole diverse, hanno confermato che "non è un protocollo aziendale, ma consisterebbe nella somministrazione di sedativi e anestetici, singolarmente o in associazione tra loro, decisa da Cazzaniga per provocare la morte dei pazienti con una bassa aspettativa di vita (...) faccio l'angelo della morte - si vantava il medico apertamente in corsia - o anche faccio il mio protocollo".